31 dicembre 2009

BUON ANNO-2010


A tutti gli amici e visitatori del blog
BUON ANNO!!!
DA
Gianni e Rita

23 dicembre 2009

NATALE 2009

Per augurarvi un Buon Natale e un felice anno nuovo, non ho trovato di meglio che riproporvi il post dell'anno scorso, modificando alcune cifre e inserendo un nuovo video.
In fondo quando, ogni anno, si fa l'albero di Natale, si usano sempre gli stessi addobbi, al massimo con qualche nuova ...palla in più.



Cari
amici del blog
"sciurtinisi no munnu"

in questi giorni, la nostra
"chiazza" virtuale festeggia
il suo secondo compleanno. Quello
che solo due anni fa era un ...embrione,
oggi sono...due gemelli conosciuti e visitati da
tutti voi: In due anni, ci sono state 17850 visite con 38500 pagine viste.
Da ottobre 2008 ci sono state quasi 11000 visite da 75 stati e 1350 città del mondo
Quale occasione migliore per ringraziarvi di tutta la benevolenza e l'interesse
che avete dimostrato alle due "creature"
e quindi
auguravi un
Buon Natale
e un Felice 2010
Gianni e Rita
((((((((((((((())))))))))))))))
(((((((((())))))))))
((((((()))))))
((((()))))

Anche l'orecchio vuole la sua parte... perciò...
Clicca sulla freccia play
Ascolta la musica e,
se non conosci la canzone,
leggi il testo sottostante

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CARO
AMICO
TI SCRIVO
COSI' MI DISTRAGGO UN PO' E
SICCOME SEI MOLTO LONTANO...... PIU'
FORTE TI SCRIVERO'. DA QUANDO SEI PARTITO
C’E’ UNA GROSSA NOVITA’ L’ANNO VECCHIO E’ FINITO
ORMAI, MA QUALCOSA ANCORA QUI NON VA. .....SI ESCE
POCO LA SERA COMPRESO QUANDO E’ FESTA, E CE’ CHI HA
MESSO DEI SACCHI DI SABBIA VICINO ALLA FINESTRA ....E SI STA
SENZA PARLARE PER INTERE SETTIMANE...... E A QUELLI CHE HANNO
NIENTE DA DIRE DEL TEMPO NE RIMANE. MA LA TELEVISIONE HA DETTO
CHE IL NUOVO ANNO PORTERA’, UNA TRASFORMAZIONE E TUTTI QUANTI
STIAMO GIA’ ASPETTANDO...... SARA’ TRE VOLTE NATALE E FESTA TUTTO IL
GIORNO.... OGNI CRISTO SCENDERA’ DALLA CROCE.... ANCHE GLI UCCELLI
FARANNO RITORNO. CI SARA’ DA MANGIARE E LUCE TUTTO L’ANNO, ANCHE I
MUTI POTRANNO PARLARE, MENTRE I SORDI GIA’ LO FANNO........ E SI FARA’
L’AMORE OGNUNO COME GLI VA.......... ANCHE I PRETI POTRANNO SPOSARSI,
MA SOLTANTO A UNA CERTA ETA’.... E SENZA GRANDI DISTURBI QUALCUNO
SPARIRA’ SARANNO FORSE I TROPPO FURBI E I CRETINI DI OGNI ETA’.VEDI
CARO AMICO COSA TI SCRIVO E TI DICO........ E COME SONO CONTENTO DI
ESSERE QUI IN QUESTO MOMENTO VEDI, VEDI, VEDI, VEDI, VEDI, CARO
AMICO COSA SI DEVE INVENTARE PER POTER RIDERCI SOPRA... PER
CONTINUARE A SPERARE......... E SE QUEST’ANNO POI PASSASSE IN
UNISTANTE VEDI AMICO MIO COME DIVENTA IMPORTANTE CHE
IN QUESTO ISTANTE CI SIA ANCH’IO............. L’ANNO CHE STA
ARRIVANDO TRA UNA ANNO PASSERA’, IO MI STO
PREPARANDO.............. E’ QUESTA LA NOVITA’.

(Lucio Dalla)

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visto che dalle nostre parti, nel periodo Natalizio,
si prepara ogni genere di leccornia,
anch'io ho voluto prepararne una e,
a quelli che non la conoscono, spiegarne la ricetta.
Per rendere la cosa più semplice ho realizzato il VIDEO che segue
(così anche l'occhio avrà la parte che gli spetta...)
Questa naturalmente, non pretende di essere
"LA RICETTA",

ma una delle tante che si conoscono.
Se qualche nostro amico, esperto di cucina o di pasticceria, ne avesse una diversa e più "sfiziosa" può farcela conoscere in modo da provare anche quella. AUGURI anche dalla piccola "impastatrice" SARA.
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15 dicembre 2009

SORTINO - IERI E OGGI 1

Quando le nuove tecnologie erano ancora in embrione, qualcuno, con lungimiranza, registrava avvenimenti che con il passare del tempo sarebbero diventati pezzi di storia sortinese.
Il video che vi propongo è un pezzo di questa storia:

Fa una certa impressione vedere com'era, 55 anni fa, il vecchio viale (ora intestato al nostro compaesano Mario Giardino) non cerano palazzi, e ogni tanto si vede passare qualche vecchia automobile.
Una folla di tutte le età fa da cornice all'inaugurazione (e chissà, quante di queste persone non ci sono più...)
Mi piacerebbe trovare qualcuno, tra i visitatori del blog, che c'era (e c'é ancora ...) e che si é riconosciuto in alcune immagini del video (o ha riconosciuto qualche suo parente) . O qualcuno che volesse commentare l'evento con sue riflessioni.
In calce a questo post c'e la parola "commenti" dove (cliccandoci sopra, e seguendo le indicazioni scritte nella "finestra" dei commenti) si ha la possibilità di esprimere il proprio parere o segnalare eventuali "riconoscimenti".
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Ora vi propongo un... triplo salto-mortale generazionale per ...atterrare ai giorni nostri e ...buttare un'occhiata su alcuni ragazzini sortinesi intenti nei loro giochi che, a pensarci bene, sembrano i nostri di 55 anni fa.
Il "teatro" di questi giochi è in quella che una volta veniva chiamata "a mannira do paricu" un piccolo terreno, a fianco della Chiesa Madre, ingombro di macerie e recintato con alte mura (che per noi ragazzi non era difficile scavalcare).
Durante l'ultimo restauro della Chiesa Madre, questo spazio è stato egregiamente recuperato ed oggi e un bel campetto da gioco.
Non sempre (com'é giusto) il cancello d'ingresso è aperto, e i ragazzi di oggi, come quelli di ieri, devono ancora "scavalcare". Oggi però le cose sono più... agevolate, come potrete constatare nel video che segue.

Anche per questo video saranno bene accolte eventuali commenti, anche da parte di qualche ragazzo protagonista.
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Alcune foto d'epoca riferibili ai luoghi citati nel post:

7 dicembre 2009

W SAN GIUSEPPE!

L’amico Enzo Boscarino, m’invia la foto di suo nonno "san Giuseppe" accompagnata da una breve biografia, che pubblico con piacere.
Sebastiano Ganci
Nato a Sortino il 24 gennaio 1862, di mestiere bracciante agricolo (contadino).
Sposò due volte, essendo morta la prima moglie.
Dal primo matrimonio, ebbe due figli: Giuseppe e Marianna. Affidò questi figli alle cognate e partì per l’Argentina dove visse quattro anni a Buenos Aires.
Mi raccontava che l’Argentina non era la Terra Promessa, e dopo tanti sacrifici e delusioni tornò a Sortino. Sposò Vincenza Adorno, in seconde nozze, ed ebbe due figlie: Sebastiana, mia zia d’America, e Nunzia, mia madre.
La seconda moglie gli morì quando le due figlie avevano appena sette anni, mia zia, e cinque mia madre. Comprò un bel pezzo di terreno a Sciumara e ‘ncapu, dove passò il resto della sua vita lavorando il campo lontano, pietroso e difficile, pieno di triboli e spine, piantando mandorli e ulivi per sfamare la famiglia.
Mia zia Sebastiana, partì per gli USA all’età di 17 anni. Mia madre sposò mio padre nel 1925.
Mio nonno visse con mia madre e con noi tutti sino alla sua morte, avvenuta il 24 dicembre 1959.
Era un uomo molto religioso e convinto dell’esistenza di Dio.
Quando nelle belle giornate invernali, tutti i vicini si sedevano al sole e chiacchieravano del più e del meno, mentre le donne facevano i loro ricami, lo ricordo benissimo, lui spiegava l’esistenza di Dio ai vicini, cercando di convincerli della Sua presenza.
Un giorno del 1938 il Parroco Giuliano, dopo averlo confessato, gli offrì la “parte” di San Giuseppe. Credendo che fosse “un mandato” del Signore, accettò l’incarico.
Il Parroco gli disse: Ianuzzu, devi uscire tutti i mercoledì dell’anno e tutti i diciannove del mese, vestito con l’abito di San Giuseppe e girare il paese chiedendo l’elemosina in onore di San Giuseppe, spargendo così la devozione al Santo. In più doveva impersonare il Santo quando c’era la festa, il 19 marzo.
Seguì fedelmente l’incarico del Parroco e nei giorni citati girava e diceva, come ha accennato Nunzio Cartelli, “U PATRIARCA E SAN GIUSEPPI”.
A tutti quelli che “donavano” ringraziava dicendo: “SALUTI E PRUVIRENZA”.
E’ anche vero che i bambini si affollavano per baciare il bastone di San Giuseppe. Si sentivano fortunati e orgogliosi: “C’è vasciatu u vastuni a San Giuseppi” dicevano. Alcuni di loro chiedendo a mio nonno: “ma ta ppurtari a bricichetta?” E lui dolcemente rispondeva: “Pi San Giuseppi.”
Dopo 19 anni di essere San Giuseppe morì la vigilia di Natale del 1959 all’età di quasi 98 anni.
Ogni volta che vengo a Sortino vado al cimitero a visitare il colombaio dov’e’ sepolto.
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21 DICEMBRE 2009 - Enzo Boscarino mi manda quest'altra foto di suo nonno con la "divisa" di san Giuseppe.
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20 GENNAIO 2010 Enzo Boscarino mi manda quest'altra foto della "sacra famiglia"

22 novembre 2009

L'ISOLA CHE NON C'E' - discariche abusive

L’amico florestano (alias Giuseppe Pane) m’invia una foto che testimonia, se ancora ce n’era bisogno, la stupidità umana.
La foto è accompagnata dal seguente testo:

Oggetto: discarica abusiva ai cugni (già “Tiro al piattello” proprietà del Comune di Sortino).
Ciao Gianni,
Ti allego una foto che parla da sola.! Questo scempio lo vedo ogni mattina andando a scuola verso Buccheri...E ogni giorno aumenta sempre di più...
Sortino purtroppo non è solo bellezze paesaggistiche. Grazie a qualcuno e all'indifferenza delle amministrazioni, checché ne dicano, sto scempio è lì da tempo, i turisti che percorrono questa strada hanno modo di ammirare il bel paesaggio!

Mi dispiace doverti mandare simili brutture...ma esistono e mi fanno male e molta rabbia...sai quanto amo la natura e il bello!
Ciao e a presto.
Lo “scenario” che si presenta ai nostri poveri occhi, si presta ad alcune considerazioni:

Premessa:
Se non esistessero malfattori e inquinatori non ci sarebbe bisogno n’è di forze dell’ordine (carabinieri, polizia, vigili urbani) n’è di operatori ecologici (spazzini, come si chiamavano una volta), ma visto che la madre dei primi è ...sempre incinta, dobbiamo rassegnarci ad affidare ai secondi la nostra sicurezza e pulizia del territorio.

Detto questo, veniamo al tema proposto dalla foto:
Secondo il mio parere, ogni volta che un rifiuto qualsiasi (da un fazzoletto di carta a un frigorifero) si trova anonimamente abbandonato nel territorio comunale, è un preciso compito di chi è preposto alla rimozione di tale rifiuto, raccoglierlo e smaltirlo il più presto possibile, anche per evitare che altri si sentano “autorizzati” ad abbandonare le loro “scorie”. Questo mi sembra un principio elementare. Elementare ma teorico, tra il dire e il fare c'è sempre di mezzo il mare (un mare di rifiuti).
Quest’estate, chiedevo al nostro Sindaco di Sortino, Paolo De Luca, spiegazioni sull’aspetto un p’ò trascurato della nostra piazza dei Sortinesi nel Mondo. La risposta e stata (se non ho capito male): “caro Gianni devi sapere che ho solo quattro persone per effettuare i seguenti sevizi (...)” e mi ha elencato una mezza dozzina di lavori, affidati a queste quattro persone, tra i quali la cura e la pulizia della nostra piazza e, credo, anche la pulizia di discariche abusive.
Ora la domanda nasce spontanea:
PERCHE’?
PERCHE’ un comune di 8970 abitanti ha solo quattro addetti alla cura e pulizia del paese? (Ho detto pulizia e non raccolta dei rifiuti urbani, la quale, credo, sia affidata ad una società privata che giornalmente fa la raccolta porta a porta).
A Sortino com’è organizzata la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti ingombranti?
Domande alle quali non so dare una risposta. Chi sa ...parli...
Per quanto riguarda la discarica abusiva della foto, credo che sia anche una conseguenza della mancata apertura dell’isola ( o piattaforma) ecologica nella zona ex fiera. Come mai questa struttura, già completata non si apre?
Per l’immediato proporrei di eliminare al più presto lo scempio della foto, ripulendo e recintando il piazzale, anche con l’aiuto di cittadini volenterosi, come quelli che a settembre hanno pulito il sagrato della Chiesa Madre di Sortino (come testimonia il seguente video):

7 novembre 2009

SORTINO-SAGRA DEL MIELE 3-4 OTTOBRE 2009

Cari amici del blog, ecco un'altra serie di video, riguardanti alcuni momenti della sagra del miele di quest'anno e che, spero, vi facciano godere dell'atmosfera di quest'importante appuntamento annuale con la nostra tradizione "fascitrara".

I video sono tre così composti:
VIDEO 1 di 3 :
- Inaugurazione della sagra, con discorso del sindaco Paolo De Luca .
- Una poesia del nostro poeta dialettale Settimo Martorano (dedicata al "fascitraru")
- La banda musicale che esegue l'inno nazionale.
- Il cavallo di Sebastiano Pulvirenti.

VIDEO 2 di 3:
- Complessino musicale con Dumenico Calvo, Vincenzo Rafalà, ed Enrico Caruso.
- Gruppo folk con il maestro Di Maria.
- Alcuni momenti della prima rassegna musicale "Pantalica Folk Festival" con il "nostro" Carmelo Salemi, Matilde Politi e Rita Botto.
- Sfilata di moda di ragazzi e bambini.

VIDEO 3 di 3:
- Marco, nipote del vecchio "Patacco", Prepara i "sanfurricchi".
- Alcune immagini, "rubate", della spassosa commedia dialettale " I parrocchiani di Don Fefè" presentata dall'associazione teatrale Luigi Pirandello (di questa commedia, mi è stato promesso il relativo file per una futura pubblicazione nel nostro blog).

Buona visione
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21 ottobre 2009

SERATA IN ONORE DEI SORTINESI NEL MONDO - SORTINO 12-09-2009

Il 12 settembre del 2009, presso i locali del Circolo Ricreativo Giovanile, di Sortino, si è svolta una festa in onore dei Sortinesi nel mondo, alla quale ha preso parte attiva il Sindaco di Sortino Prof. Paolo De Luca, che ha offerto ai sortinesi nel mondo presenti una medaglia del Comune di Sortino.
Per l'organizzazione e la buona riuscita della serata, mille ringraziamenti vanno al Presidente del circolo, Sig. Biagio Brinzi, al Sig. Franco Bongiovanni, ai soci e all'amico Nunzio Cartelli che hanno unito le loro forze e la loro stima verso di noi, Sortinesi nel mondo, per dedicarci questa bella festa. GRAZIE!!!

Hanno allietato la serata, con la loro intramontabile musica, i nostri cari compaesani musicisti:
Peppino Altavilla
Orazio (Oraziino)Ferrara
Vincenzo Rafalà
Salvatore Flores

Gli organizzatori, hanno incaricato il bravo professionista Pino Adorno, per la produzione di un DVD della serata.
Da questo DVD (grazie alla disponibilità dell'autore, che mi ha fornito il file originale) ho ricavato 8 video (il blog non "sopporta" video più lunghi di 10 minuti) ai quali ne ho aggiunto un nono con (poveri) filmati e foto fatte da me. I nove video si possono vedere in automatico nel dispositivo che si trova in calce a queste note. Cliccando su play verranno riprodotti tutti i video dall'uno al nove (durata totale 70 minuti circa!).
Se qualcuno (e saranno in tanti...) non avesse il tempo e la pazienza di vederli tutti, e volesse trovare un momento particolare, può cercarlo attraverso il sottostante l'elenco, nel quale ho indicato il contenuto approssimativo dei vari video:
video 1 di 9: Arrivo invitati.
video 2 di 9: Incontro tra gli invitati, foto e rinfresco.
Video 3 di 9: Presentazione della serata.
Video 4 di 9: Discorso del Sindaco di Sortino.
Video 5 di 9: Enzo Magnano (Centro Anziani)
Sortinesi nel mondo:
-Vito De Luca e signora Tina.
-Enzo Iaia e Signora
Video 6 di 9: Segue presentaz. Sortinesi nel mondo:
-Sig. Guastalegname e Signora.
-Gianni Di Pasquale e signora Rita.
-Sig. Giuseppe Boscarino.
Video 7 di 9: Segue presentaz. Sortinesi nel mondo:
-Sig. Nino Tarascio e Signora.
-Sig. Rio (Lapa) e Signora.
-Sig. Veca e signora Beba.
-Sig. Felice Mercurio (assente).
-Signora Tina Salemi
-Musica e balli.
Video 8 di 9: Musica e balli
Video 9 di 9: Sintesi della serata.
BUONA VISIONE
(gianni dip)
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Il video che segue contiene interviste e foto con alcuni “Sortinesi Nel Mondo”,
Spero che gli interessati non me ne vogliano, se in alcuni casi, ho “carpito” le immagini a ...tradimento.
Le persone presenti nel video sono:
Vito De Luca.
Beba Veca.
Gino Magnano.
Enzo iaia.
Carmelo Motta.
Nunzio Tabacco.
Giuseppe Rio.
Franco Guastalegname.
Nunzia Monitto.
Tina Salemi, con cugino.
Paolo Birritta e moglie.
Giuseppe Bruno e famiglia
Se qualcuno delle suddette persone non gradisse la presenza della sua immagine in questo video, possiamo tranquillamente cancellarla.
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13 ottobre 2009

SANTA SOFIA 2009 - SCIUTA -

Cari amici del blog, ben trovati a tutti!!!
Finalmente, dopo due ...sofferti mesi a Sortino, eccomi qui di nuovo nella nostra chiazza virtuale.
Durante questi due mesi, ho raccolto molto materiale su eventi e persone del nostro paesello, e poiché ci devo ...campare almeno fino al prossimo marzo quando, con ulteriore ...sofferenza, dovrò tornarci, questo materiale lo inserirò, nel nostro blog, a piccole dosi.
Intanto gustatevi (o ...beccatevi) il video della "sciuta" di Santa Sofia.
Anche se le "sciute" si ripetono con le stesse modalità, ogni anno è sempre un'emozione diversa e, spero che anche a voi, sciurtinisi no munno, questo video vi trasmetta la stessa emozione e partecipazione che ho provato io.
Come al solito, la qualità delle immagini è un po' scadente, ma quello che conta, non è "l'apparire" ma "l'essere.
Buona visione.
Gianni dipa.

23 luglio 2009

SORTINESI NEL MONDO - PICNIC 2009 - CONNECTICUT U.S.A.

-------- foto Enzo Boscarino --------
L’amico Enzo Boscarino, mi ha inviato una serie di foto del picnic annuale, che si è svolto il 7 giugno 2009.
Con piacere le ho assemblate, ricavandone un video che, spero riproduca l’atmosfera allegra e amichevole che traspare dalle foto stesse.
Tra le foto ricevute, ce n’era una che ritraeva Enzo, impegnato a cantare e suonare la chitarra.
Questa foto mi ha suggerito l’idea di “sfruttare” qualche sua canzone come “sfondo” musicale per il video stesso. Quindi ho chiesto, e ricevuto un cd con alcuni suoi brani musicali e...guardate il video....
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BUONE VACANZE (Giannidip)

20 luglio 2009

1969-2009 - QUARANT'ANNI DALLO SBARCO SULLA LUNA

Oggi, 20 luglio 2009. Quarant'anni fa, il primo essere umano terrestre sbarcava sulla luna.

Qualcuno potrebbe pensare che quest'evento ha poca attinenza con il nostro blog dei "Sciurtinisi no munnu".
Forse si, forse no.
Per tanti di noi che assistettero a quell’evento eccezionale, tornare con la memoria, indietro di quarant’anni, è come ripercorrere a ritroso il cammino di una vita.
In Italia non c’era ancora la televisione a colori (e chi se ne ...frega), il "personal computer" e "internet" sarebbero stati considerati pura fantascienza. Alcuni dei nostri figli, non erano ancora nati (il mio primo nascerà nel novembre dello stesso anno).
Eppure, oggi, eccoci qui, già nonni, a dialogare tra noi e a trovarci in questa “chiazza virtuale” anche grazie agli studi e alle apparecchiature che permisero lo storico sbarco.
Senza le invenzioni di quegli anni, forse noi “Sciurtinisi no munnu” saremo ancora
"cummu fogghi o ventu,
ognunu po sa cuntu".
Non dico che non lo siamo più ma, oggi sicuramente, lo siamo un po’ meno.

Si racconta che quando Neil Armistrong, appoggiò il piede sulla luna, sentì alle sue spalle, una voce, in dialetto napoletano, che diceva ...”signò accattativi a pizza ...a pì..."
Questa storiella, con un amaro sorriso, ci indica che l’emigrazione non si pone limiti nè di spazio nè di tempo.
Chissà se un giorno, le future generazioni di giovani Sortinesi, saranno costrette ad emigrare anche sulla luna. Se lo faranno, sarà grazie (o per colpa) anche di quel primo viaggio.
A quel punto, si dovrà cambiare il nome al nostro blog:
da "Siurtinisi no munnu"
a “Sciurtinisi na l’universu”...

Oggi, tutte le televisioni (con i loro potenti mezzi) sicuramente trasmetteranno molte immagini e documentari inerenti lo storico sbarco.
Anch’io (con i miei ...poveri mezzi) ho realizzato due video i quali, spero, saranno apprezzati dai “sciurtinisi” e “sciurtinisi no munnu” perché contengono alcune foto e le immagini di qualche personaggio di nostra conoscenza.
Buona visione
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Marzo 2012 - Tour nella luna:

9 luglio 2009

NUNZIO BRUNO

Dal giornale "La Sicilia" del 5 luglio 2009
(r.r.) Ieri mattina un improvviso infarto ha spento gli occhi di Nunzio Bruno che s’illuminavano davanti alle scolaresche, ai suoi bambini, ai tanti giovani che ha portato ad essere artisti. I funerali sono previsti per stamattina alle 10,30 nella chiesa Madre.
Fino a sabato pomeriggio «sfrecciava» con la sua utilitaria lungo il Viale. Era deperito a vista d’occhio.
Avrebbe voluto organizzare una cena a base di nepitella. Ci scherzava su. La morte non sembrava potesse sfiorarlo.
In realtà, per quanto lui ha saputo realizzare, sopravvive nella memoria collettiva con la sua forte personalità e con la sua creatività.
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Il modo migliore per rendere omaggio a questo nostro compaesano, anche lui "sciurtinisi no munnu", in terra di Floridia (a 12 chilometri da Sortino), è quello di farne conoscere vita e ...miracoli attraverso alcuni siti, che parlano di lui e dei quali vi includo i links:
link 1
link 2
link 3
link 4
link 5
link 6
Condoglianze a tutta la famiglia, e in particolare al figlio, l'amico Gioacchino (jack) Bruno, Presidente dell'Associazione "Siciliantica", sezione di Sortino.
Gianni.

30 giugno 2009

TEMPU DI PISARI

.
Ricevo dall'amico Zino Giaccotto (da Roma)
il seguente documento, che pubblico volentieri

CANTI SULL’ AIA
Chi di noi ha vissuto - anche se per poco – gli anni precedenti l’avvento della meccanizzazione agricola, non può non ricordare con un certo struggimento l’eco lamentosa e solitaria di un canto che si perdeva per la campagna assolata durante le interminabili ore della trebbiatura, nelle sue varie fasi: lu pisari, lu spagghiari… nell’estenuante attesa dei venti propizi.
Erano canti con i quali i contadini cercavano di farsi compagnia e nello stesso tempo spronavano gli animali coinvolti nel lavoro, en-trambi spietatamente “trafitti” (come si direbbe parafrasando
Quasimodo) “da un raggio di sole” e da una immane fatica.
Si propone qui una breve raccolta di questi ingenui testi così come consegnataci da una solerte quanto amorevole memoria, prima che un ingiusto oblio inghiotta per sempre anche questo scampolo di condizione umana attraverso cui è passato il faticoso cammino del nostro divenire.
Sono filastrocche, strambotti, stornellate (per lo più nella forma del distico endecasillabo) spesso a rima o assonanza baciata, e riguardano le condizioni di vita e di lavoro, le lodi per la donna vagheggiata, i dispetti per quella che si fa desiderare, apologhi con protagonisti gli animali con i quali si convive in sostanziale parità di condizioni… a modo suo una finestra su un mondo (purtroppo o per fortuna) scomparso.

Lu lèbburu ci dissi a lu cunigghiu:
“nun s’arricchisci, no, cu lu travagghiu!”

Leggiu lu peri! E nun t’abbannunari:
cu s’abbannuna di la pena mori.

Cavaddu ca curristi a Militeddu,
‘ntra cursa e cursa t’ammuccasti gn’addu.

Calitilla a lu tempu a lu tempu:
la pagghia è to’ e lu frumentu è miu.

Scecchi firranti e muli mureddi,
baj hanu a ‘ssiri li cavaddi.

Lu pau si ni preja di li pinni
e la fìmmina bedda di li minni.

Bedda davanti e bedda darreri,
bedda ‘nna lu stissu caminari.

La donna quann’è schetta è principissa:
lu mangiari e lu vìviri la ‘ngrassa.

Cu avi dinari assai sempri cunta,
cu avi a muggheri bedda sempri canta.

Cu si marita li biddizzi appizza,
e malidìci la morti ca la lassa.

‘O bon cavaddu nun ci manca a cura,
e a la fìmmina bedda la vintura.

Cu va a la guerra e nun veni firitu
chiddu si po’ chiamari bon surdatu.

Quantu paroli perdi cu va a caccia
dicennu a lu so’ cani: “cuccia, cuccia!”
(Zino Giaccotto)
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Grazie Zino per questa particolare ricerca (e non è la sola), che ci fa rivivere l'atmosfera struggente, come giustamente l’hai definita, di quei canti originali e quasi dimenticati.
Questo mi dà lo spunto per pubblicare un nuovo video (asemblando alcune parti di altri due miei video che ho già pubblicato - “4/5-SORTINO, VOCI E MEMORIE DELLA TRADIZIONE” e “U FRUMMENTU”, nulla si crea tutto si trasforma...) e che darà voce e suono ad alcuni dei versi da te indicati.
Prima però, ad integrazione dei tuoi, ne vorrei aggiungere alcuni che, più di vent'anni fa, mi ha "cuntatu" e "cantatu" un mio cognato pastore (che in gioventù era stato anche contadino), e che questo post, grazie a te, mi fornisce l'occsione giusta per farli conoscere:

DDiu quantu è jautu lu suli!
Pirchì nu lu faciti tramuntari!
Jaiu l’amanti miu misu a buccuni,
macari la carina ci fa mali.

Jaiu ‘ncapucura malatetru
e jù mi sentu chiù malato d’itru.
Itru s’ammucca na vacca e ‘nvitetru
E jù m’ammuccu ‘mporcu comm’aitru.

Abballa, abballa ballirinu!
Ca jù ti sonu cu chitarra e mandurlinu.

Lu chiantu di la povira cattiva,
piscia lu lettu e ci pari ca sura.
La matina si-ninni-và ‘nta la vicina,
cummari morta sugnu di la pena!
Lu maritetru voscio ma t’ampristari
Quantu mi passa nanticchia di pena!
Nunn’è cruscenti no, ca s’imptresta,
e mancu è farina ca si scerni e ‘mpasta!
Lu maritetru miu caru mi custa
Si s’allicca cu vui, cu mia nun ci s’accusta.

Giustizia! Giustizia! Signuri!
A mma-maritu l’aviti arristari!
Jiagghiu nu giardineddu di rosi e sciuri,
ci l’eva l’acqua e mi fa lu fa siccari!
Si itru nun mi lu voli cultivari,
di n’autru mu fazzu abbrivirari!
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Per finire in ...bellezza...
Questi sono i giorni (fine giugno) nei quali, a Sortino si svolgevano le operazioni di mietitura e pisatura.
Qui in Lombardia, alcuni campi sono coltivati a grano (sicuramente tenero) che non è stato ancora mietuto. Questa coltura, (lo noterete da una delle foto che pubblico) ha una caratteristica emblematica.
In questa terra, dove convivono due “culture”, quella locale e la nostra, meridionale. Anche in agricoltura si riscontra lo stesso fenomeno dove, accanto alla “coltura” locale del mais, convive tranquillamente quella meridionale del frumento.
Lascio alla vostra sensibilità, tutte le considerazioni agricolo-sociali che questo fenomeno può suggerire.
CAMPO DI GRANO IN LOMBARDIA (foto giannidip)
CONVIVENZA TRA FRUMENTO E MAIS (foto giannidip)
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MITUTU, PISATU E SPAGGHIATU (foto giannidip)
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24 giugno 2009

U SANGUVANNI

(Sortino Affreso sopra il fonte battesimale della Chiesa Madre -foto giannidip)

Oggi 24 giugno San Giovanni (auguri a tutti i Giovanni...).
A Sortino in questi giorni maturano (o maturavano) “i ficu sangiuvannari”, una gustosa primizia, che preannunciava future scorpacciate di succulenti fichi “ca cammicia strazzata”.
(foto giannidip)

Qualche generazione fa, sempre a Sortino, nel corso di questa giornata, alcuni si scambiavano “u sangiuvanni”.
Così, il Pitrè, in un suo libro sugli usi e costumi nei paesi siciliani, descrive la “cerimonia” che si svolgeva a Sortino:

- Come si contrae il comparatico in Sortino.
Usanza comune praticata in Sortino, è quella della mela.
Due donne, che vogliono mantenere stretta l’amicizia e renderla più salda col sangiovanni (comparato), prendono una mela, vi fanno la croce, recitano un credo, la dividono in due parti uguali e ciascuna mangia la sua metà, si baciano ed esclamano:

zoccu avemu

ni spartemu,

semu cummari

pi tuttu lu tempu.


Altre intrecciavano i mignoli delle rispettive destre, e dicevano:

cummari, cummaredda,

ca viniti a funtanedda,

pi cogghiri rosi e sciuri

pi parari lu Signuri. –

(Ricerca suggerita da Mario Pane)

19 giugno 2009

TURISTI A SORTINO - ALLA CHIESA DI S. SEBASTIANO, BENEDETTINE E S. FRANCESCO

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RICEVO DALL'AMICO FRANCO RAFFA, LA SEGUENTE DESCRIZIONE E LE FOTO, RELATIVE ALLA TERZA "GITA" DEL CENTRO ANZIANI DI SORTINO.
(Per ingrandire le foto cliccate sulle stesse)

Caro Gianni, come da impegno ecco il resoconto della terza giornata turistica del gruppo del centro anziani che hanno voluto scoprire i nostri monumenti.
L’idea di fondo è che possa servire da stimolo a fare riaffiorare ricordi sopiti dal tempo e dalla lontananza. Ricordi sebbene sopiti, ma sempre vivi, in coloro che vivono lontano da tanti anni e magari potrebbero non aver chiaro il ricordo di tante cose belle che sono e restano patrimonio di tutti i “Sciurtinisi”.
Questo ciclo di giri turistici, proposto dal comitato di gestione del Centro Anziani è stato supportato dal Sindaco Prof. Paolo De Luca che, tra il personale ha individuato e delegato me a fare da ‘cicerone’ ai ‘turisti indigeni’.nella ri-scoperta dei tesori e capolavori d’arte custoditi nelle chiese di Sortino.
Come da programma alle ore 16.30, il gruppo di turisti, con una puntualità di stampo inglese!, è stato introdotto alla visita della chiesa di San Sebastiano.
La prima delle cinque chiese costruite sul nuovo asse viario principale, della nuova Sortino ricostruita, dopo i terremoti del 1542 e del 1693,sul pianoro del Colle Aita, con il chiaro riferimento al tema urbanistico dell’impianto classico delle due strade principali intersecantisi ai quattro canti su una concezione cruciforme, e con un impianto sacro scenografico legato alle funzioni religiose ma di questo se ne potrebbe parlare in qualche altra occasione, relativamente alla concezione e all’uso dello spazio urbano.
Ritornando alla chiesa di San Sebastiano questa, ad una sola navata, è sopraelevata rispetto al piano di calpestio del Corso Umberto, vi sono cinque gradini di dislivello e attraverso una grande porta lignea, sulla quale sono scolpiti i simboli del martirio di san Sebastiano, si accede all’aula.
Il vano di accesso è delineato da due colonne, su plinti rettangolari alti, che reggono il timpano convesso sormontato dalla grande finestra centrale, delineata da due larghe volute con le statue della Fede e della Speranza, chiusa dal timpano triangolare sormontato dalla croce.
L’interno è riccamente decorato. Abbondano gli affreschi: la volta fu decorata dal Crestadoro che la dipinse nel 1779 i tre affreschi rappresentano scene della vita di San Sebastiano. Nel primo affresco l’imperatore che non si capacita della fede cristiana del suo fedele pretoriano; il grande affresco centrale, la scena è ambientata sullo spazio di una villa imperiale visibile il colonnato circolare raffigura il processo e la condanna di San Sebastiano, nel terzo affresco è raffigurato San Sebastiano accudito e curato da Santa Irene, la matrona romana, che lo cura dopo il primo martirio. San Sebastiano è detto bimartire perche fu martirizzato due volte la prima volta con le frecce, essendo un soldato della Coorte imperiale di nobile famiglia aveva diritto ad una morte ‘nobile’, la seconda volta fu invece flagellato e buttato nella cloaca maxima.
La Chiesa pur essendo piccola è riccamente affrescata e dove manca il disegno gli stucchi la ricoprono. Le lunette che sorreggono la volta a botte sono ricoperte di stucchi a rete.
L’effetto scenografico della volta è particolarmente reso leggero dalla serie di angeli a stucco ( sono 14) che reggono i simboli del Santo: LA faretra, LE frecce, GLI archi, stendardi scudo ecc.
La navata è illuminata da sei finestre laterali che si alternano con gli affreschi( realizzati questi nel 1881) che raffiguravano alcuni profeti .
Il catino dell’abside, suddiviso in tre spicchi è stato affrescato, invece, da Niccolò Sapia intorno al 1800. Volendo entrare nel merito pur senza averne titolo è da dire che questi affreschi sembrano il frutto di un primo approccio di un artista con la tecnica degli affreschi. Vi sono rappresentate delle scene bibliche Giacobbe e Sara che sacrificano l’agnello al posto di Isacco
(foto 83)
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, Caino che uccide Abele
(foto 84)
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. E quello di sinistra meno leggibile per l’usura del tempo.
(foto 82)
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L’aspetto iconografico di questa chiesa è particolarmente curato per quanto attiene la rappresentazione delle virtù cristiane.
Nell’abside della chiesa sono rappresentate la Giustizia con una statera in mano (a statia) ,
(foto 81)
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la Verità che si specchia, nella navata sopra gli archi degli altari laterali invece sono raffigurate la Pietà,il Martirio,la Costanza, la Castità, la Magnanimità e il desiderio del martirio.
Le pareti laterali sono delineate da quattro grandi archi due contengono solo delle pale d’altare a destra l’Angelo custode che indica ad un fanciullo la Trinità in alto. Una curiosità di questa tela in basso una maschera accanto ad un libro.
(foto 92)
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Di fronte è il quadro di Sant’Eligio, protettore degli orafi e dei fabbri, qui è raffigurato che riattacca il piede ad un cavallo.
(foto 91)
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Lo spazio della porta laterale, prospiciente la piazzetta che oggi è chiusa, custodisce la statua di San Sebastiano e la vara per la processione. Questa statua è stata rimossa dall’altare centrale.
Gli altri due grandi archi racchiudono i due altari laterali della Chiesa. Uno con il crocifisso su uno sfondo di intagli lignei ed alcune reliquie, ai piedi della croce è un quadro dell’Addolorata. Di fronte il quadro che raffigura la natività di Maria Vergine in braccio a S, Anna.
(foto 90)
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Le pareti della chiesa erano colorate di verde effetto marmo. Durante gli ultimi lavori di restauro, l’Architetto Nivea Buccheri ha ritenuto di recuperare gli aspetti filologici e ha restituito l’interno al colore bianco calce originario. Infatti, oggi solo quattro paraste degli archi di destra conservano una parte visibile dell’effetto marmo oggi rimosso.
Ai lati dell’altare maggiore sono appesi due quadri che colpiscono per la fattura completamente diversa rispetto alle grandi pale d’altare. Questi due quadri sono antecedenti alla costruzione della chiesa: uno rappresenta Sant’Orsola affiancata da uno stuolo di vergini tra queste si notano Santa Sofia, Santa Lucia e Sant’Agata.
(foto 78)
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L’altro quadro è un raro esempio di costruzione iconografica: una natività completa con Santa Sofia e San Sebastiano.
(foto 80)
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La grande pala che sovrasta l’altare ligneo è stato dipinto da Sofio Ferrera nel 1711 su commissione del Sacerdote Don Antonio Failla.
L’impianto dell’altare maggiore si presenta in una veste poco nota alla maggior parte dei fedeli, infatti la rimozione dell’apparato ligneo che conteneva la statua di San Sebastiano, per la scelta del restauro filologico, ha portato alla luce la grande pala d’altare di San Sebastiano che presenta una scena drammatica ricca di personaggi, nei chiaroscuri. Sulla scena domina il corpo statuario ben concepito nelle movenze del dolore del Martire, la luce promana dal suo corpo che è il punto centrale dell’impianto pittorico e viene messa in evidenza la disperazione dei cristiani, la rudezza e la violenza degli arcieri che mostrano il loro odio per il cristiano e sullo sfondo delle figure eteree simbolo della serenità che infonde il sacrificio per la fede.
(foto 85)
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Nella sagrestia è conservato un altro quadro del miracolo di Sant’Eligio. Si possono confrontare i due quadri nelle foto allegate per avere chiare le idee sulla datazione delle due opere d’arte.
La foggia degli abiti, la semplicità prospettica, i paramenti sacri lo datano più antico rispetto alla costruzione della chiesa, si può affermare con certezza che è una delle opere d’arte recuperate dopo il terremoto che distrusse Sortino.
(foto 88)
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Nella stessa chiesa c’è anche una bellissima acquasantiera.
(foto 108)
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Per questa giornata era stata programmata anche la visita alla chiesa del Monastero, ma dei motivi tecnici hanno limitato la visita alla facciata esterna della Chiesa barocca sormontata dalla torre campanaria. La facciata semplicissima nei decori, offre un effetto scenografico nella convessità centrale che promanando dai lati concavi la rendono movimentata su tutti i tre ordini in cui si suddivide.
Alzare un attimo il naso all’insù, godere della possente facciata, è una sensazione che si arricchisce di sorpresa e meraviglia. Infatti, il lavoro certosino di abili scalpellini e la e perizia di maestri intagliatori hanno saputo costruire un capolavoro d’arte rendendolo unico nel suo genere. La ricchezza di motivi floreali nelle trabeazioni e nei due timpani che la compongono sono un’esplosione di armonia che hanno modellato la fredda pietra alla sublimazione dell’occhio.
(foto 118 )
(foto 02)
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Per compensare la mancata visita all’interno, per motivi tecnici, prima di spostarci a San Francesco è stata attenzionata la facciata del Monastero.
Dopo i recenti restauri del 2008, sono state lasciate a faccia vista i resti lapidei di due finestre ottagonali che illuminavano l’antica Chiesa del Monastero.
(foto 01)
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La visita è stata l’occasione per la riscoperta dell’esterno della Chiesa di Santo Mauro, prospiciente la via Roma, di cui resta il portale del tardo 500, la finestra centrale, la trabeazione retta poggiante su due piedritti in pietra di intaglio ed Il frontone del portale, oggi murato, che è riccamente ornato con cinque “metope” scolpite ad alto rilievo con motivi floreali.
(foto 04).
(foto 04).
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Questa è stata una vera sorpresa per i partecipanti che alcuni sebbene nati in questa zona non avevano mai notato i particolari ‘murati’ della chiesa dedicata all’abate benedettino San Mauro da cui deriva il nome al quartiere dei “ maurini”.
All’interno del monastero è ancora conservata la pala d’altare di San Mauro.
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Per compensare la mancata visita all’interno della Chiesa, il gruppo dei turisti sortinesi alla scoperta del loro paese si è trasferito alla chiesa dell’Immacolata annessa al Convento di san Francesco.
La visita è stata possibile grazie alla disponibilità di Lucia Tuccitto Montalto.
La Chiesa come tutte le chiese dei minori conventuali è dedicata all’Immacolata. L’altare maggiore è dominato da una grande pala d’altare rettangolare che raffigura l’Immacolata nella gloria dei santi francescani dei rami maschili e femminili.
I due altari prima dell’abside godono del privilegio papale e della concessione delle indulgenze plenarie per il culto della Vergine immacolata, come evincesi dalle iscrizioni lapidee che li affiancano e che li eleva ad “Altari Privilegiati” per il culto dell’Immacolata. Il quadro di sinistra rappresenta la gloria dell’Immacolata, ed è impreziosito da alcuni gioielli a destra invece la concessione dell’indulgenza plenaria a San Francesco.
Dopo l’ingresso, un sontuoso altare in pietra, ricco di volute in pietre, racchiude una statua di Sant’Antonio da Padova e a destra la tela della crocifissione con l’inserto della croce lignea e della statua di Cristo in cartapesta. Vi è anche la statua dell’Immacolata in cartapesta.
L’altare maggiore è rivestito da alcuni preziosi paliotti d’altare, finemente ricamati con fili in oro ed in argento. Il corredo sacro di questa chiesa era particolarmente ricco in quanto era la chiesa dei Marchesi che qui avevano la loro sepoltura di famiglia.
Nella sagrestia è contenuto un enorme “casciarizzo” costruito nel 1787.
(foto 119)
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Abbiamo potuto ammirare, anche, un prezioso tavolo riccamente intarsiato in avorio e ossidiana. (foto 124 )
(foto 126)
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Uno dei quadri alle pareti della sagrestia raffigura il cuore di Maria, l’opera è firmata e datata da un frate conventuale “ Fr. Sarullo min. pinx. 1860”, una delle partecipanti al gruppo, Angela Pane Santo, lo ha definito di una bellezza “raffaelliana”: un volto che promana serenità e ispira fiducia.
(foto 120)
(foto 123)
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Il Convento è attualmente in restauro, il chiostro dalle linee rinascimentali è stato restituito alla sua originale bellezza.
Questo terzo incontro ha chiuso questo ciclo della ri-scoperta di Sortino e l’impegno assunto insieme al presidente del centro Diurno Anziani n’Zino Magnano, con la collaborazione del comitato di gestione ed il supporto dell’Amministrazione Comunale è quello di riprendere, nell’autunno di quest’anno, la visita alle chiese che non sono state considerate in questo giro.
Spero di essere stato utile alla rivisitazione dei luoghi della memoria a quanti leggeranno questi ‘appunti di viaggio’ sul blog dei “Sciurtinisi no munnu”. Francesco Raffa

ALCUNE FOTO DEI PARTECIPANTI:

20 maggio 2009

TURISTI A SORTINO - ALLA CHIESA DELL'ADDOLORATA

Il centro diurno anziani di Sortino, guidati da Franco Raffa, ha organizzato un'altra "gita" ai monumenti sortinesi.
Dallo stesso Franco Raffa, ricevo delle foto e la seguente relazione:

VISITA ALLA CHIESA DELL’ADDOLORATA annessa al Convento dei Padri Cappuccini.
Il comitato di gestione ha organizzato dei tour alla riscoperta dei monumenti locali, ed essendo stato interpellato a fungere da guida turistica non ho saputo resistere alla tentazione di accettare.
Ho accettato di buon grado per il semplice fatto che i capolavori d’arte del nostro paese mi hanno sempre affascinato ed in questa occasione ho potuto regalare ai partecipanti la presentazione delle chiese, delle suppellettili di alcuni arredi sacri e di particolari capolavori che le decorano.
La seconda giornata era programmata per la visita della Chiesa dell’Addolorata, ovvero la Chiesa del Convento dei Frati Cappuccini.
Questa visita è iniziata sul sagrato della Chiesa con l’affaccio sulla Costa di Sortino vecchia. Tanti i ricordi che alcuni dei partecipanti hanno richiamato alla memoria: il fiume Ciccio o ‘sciummi ra zza Pasqua’ dove si andavano a lavare le ‘truscie’ e dove si andavano a “ianchiari i tili.”
Il ricordo delle postazioni, delle pietre dove si lavavano e battevano i panni, le urla delle lavandaie, i scherzi e gli screzi… il ricordo dei momenti andati.
Ancora il ricordo degli ortaggi di grande pezzatura che si producevano nelle grassure (rasciure) sotto i Cappuccini: insalata, pomodori peperoni melenzane fagiolini e tanti altri tipi di ortaggi che venivano coltivati in maniera naturali e attraverso l’irrigazione che sfruttava le acque della civica fognatura..
Alcuni ricordavano u zu Luigi iatruzzetru che produceva pomodori grossi come una melanzana, teste di insalata enormi come una ruota di carriola, peperoni lunghi 30 cm ecc,. ecc. …
Il mistero di questi ortaggi geneticamente modificati ante litteram dal nostro zzu Luigi, ancor prima che la Monsanto pensasse agli OGM, è tutta racchiusa nell’uso e abuso che faceva dei coleformi fecali sortinesi. La primitiva canalizzazione dello scolo fognario ancor prima della realizzazione del depuratore era una fonte di approvvigionamento idrico per quanti avevano le ‘rasciure’ nella costa di Sortino.
Entrati in Chiesa ancor prima di illustrare gli aspetti architettonici ed iconografici della Chiesa dell’Addolorata ho fatto una sintesi della nascita dell’ordine dei Francescani e della tripartizione della famiglia in Frati Minori, Conventuali e Cappuccini.
I Francescani o meglio i frati minori conventuali arrivarono a Sortino nel 1527, testimonianza di questa data è la statua di Sant’Antonio da Padova oggi posta nel cortile del convento nella rampa d scala esterna che porta la piano delle celle. I conventuali erano e sono i fratelli maggiori dei francescani con alcune differenze nella regola che praticano. La loro sede in Sortino fu sin dal loro insediamento il convento di San Francesco che fu realizzato appositamente per loro nel sito ove oggi si trova, vennero a Sortino per volontà del Marchese Gaetani.
I Cappuccini, nati nel 1540 per un ritorno alla riscoperta del vangelo senza variazione alcuna,, vennero a Sortino intorno al 1550 e il loro convento fu fondato nel 1555 cosi come è scritto nella scala interna dell’ala ovest.
I Cappuccini si distinguono dagli altri due rami per il loro essere al fianco dei più semplici degli umili e vivevano il vangelo alla maniera dei primi cristiani. Avevano scelto di vivere accanto agli uomini e al servizio degli ultimi vicini ai sentimenti degli uomini, per questo le loro chiese sono tutte dedicate alla Vergine Maria nei titoli che la avvicinano agli uomini quella di Sortino è legata al dolore che accomuna tutti gli uomini.
La chiesa ad una navata con due cappelle laterale ha una volta affrescata intorno al 1850 .
I due affreschi della volta rappresentano uno il dono a san Francesco dell’indulgenza plenaria detta indulgenza della porziuncola per la remissione dei peccati e l’l’altro coperto dal soppalco del coro che rappresenta la Stella Maris. Una nave che solca il mare in tempesta: Il mare rappresenta il mondo, la nave rappresenta la chiesa, sulla vela è dipinto lo stemma papale e la vergine veglia sulla navigazione della procella.
L’ultimo affresco è la colomba che rappresenta lo Spirito Santo in corrispondenza dell’altare maggiore chiuso in alto dal disegno di Dio Padre, rappresentato come un anziano, nella pala d’altare centrale l’incontro di Cristo con la Madre chiude l’immagine della Santissima Trinità .
L’altare ligneo un capolavoro di falegnameria realizzato dal fine ebanista che era Fra Angelo da Mazzarino e incentrato sul Ciborio o tabernacolo a forma di Chiesa Barocca con undici nicchie. La Chiesa si erge su 12 gradini realizzati con legno di cipresso ed intarsiati con radica d’ulivo, di fichi d’india, di rosa, di legno di albicocco, avorio e anche tartaruga. I gradini rappresentano le dodici tribù di Israele ma anche i dodici apostoli. La porticina del tabernacolo e intarsiata in avorio con la rappresentazione di un ostensorio. Nelle due nicchie ai lati San Paolo e San Pietro, colonne portanti della Chiesa, accanto due serafini: San Michele Arcangelo – la forza di Dio che lotta contro il demone, e l’Arcangelo san Gabriele che cura le anime. Nella ripartizione superiore quattro nicchie con i Santi più importanti dell’ordine francescano: da un lato san Francesco e Sant’Antonio da Padova – santi della regola primitiva, dall’altro lato due santi della regola cappuccina Padre Fedele da Sigmaringa e fra Felice da Cantalice. Due santi cappuccini un sacerdote e l’altro fratello converso. In alto al Centro l’Immacolata, protettrice dei Francescani, ai lati Santa Sofia e Santa Lucia. In alto su un cupola in cuoio martellato un crocifisso in avorio e madreperla.
La grande pala d’altare rappresenta l’incontro di Gesù con la Madre. Un effetto scenico carico di pathos, denso di dolore che prende luce dal corpo di Cristo che la irradia alla scena. L’effetto scenico è impareggiabile il cromatismo accompagna l’occhio dello spettatore e ne cattura l’attenzione sul messaggio iconografico principale da trasmettere: questa tela va vista di presenza e non descritta in maniera accademica!
Ai lati quattro dipinti due grandi con gli Arcangeli Michele e Gabriele e nei riquadri la nascita di Maria e la Natività.
Da sottolineare che al momento della visita la grande pala d’altare era abbassata attraverso un marchingegno rudimentale di cavi e carrucole,e che al posto della pale sono visibile le otre 150 reliquie di santi pervenute al convento dei cappuccini che fanno da cornice alla nicchia ove è esposta la Nostra Signore del Cuore di Gesù, recentemente restaurata da Gianni Grillo.
Questa statua fu fatta realizzare in gesso fa Padre Eugenio Scamporlino nel 1887 con i soldi ricevuti dai Maltesi che per riconoscenza e gratitudine gli avevano chiesto di diffondere tale culto a Sortino. Dopo la comitiva di insoliti turisti si è trasformata in gruppo orante presso la tomba di Fra Giuseppe Maria da Palermo. Questo Giovine novizio è stato presentato nei tratti essenziali della sua personalità.
Un maggiore approfondimento sul Servo di Dio morto a Sortino in odore di santità si può avere tramite il sito http://www.fraticappuccini.it/fragiuseppemaria .
La tomba è stata realizzata in pietra nel 1928 dal maestro intagliatore Vincenzo Caruso da Sortino e contiene i resti mortali del Giovane Cappuccino morto a Sortino in odore di santità
La visita si è conclusa con la presentazione della ricchissima e antica biblioteca dei frati.
L’intervento di Fra’ Fiorenzo è stato illuminante per gli ospiti che non sapevano che il Convento di Sortino dal 1870 al 1963 era stato adibito a sede Universitaria della provincia dei Frati minori cappuccini per cui la Biblioteca si era arricchita di volumi utili alla formazione teologica e oratoria dei frati prima di essere ammessi agli ordini sacri.
La visita del coro, ha permesso ai presenti di godere della visione di uno dei capolavori più antichi di Sortino. Per l’occasione è stata esposta la pala d’altare dell’Addolorata, titolare della Chiesa, che era nella primitiva chiesetta dei frati cappuccini .
Prima di lasciare il convento l’attenzione dei visitatori è stata catturata dalle tre meridiane che campeggiano sui tre lati del chiostro. Padre Fiorenzo ha spiegato che Sortino rispetto all’ora italiana è tre minuti e undici secondo più indietro, inoltre ha precisato che le meridiane si leggono per differenza delle ore tra la lettura dell’ombra proiettata dallo gnomone rispetto al tramonto del giorno precedente. Di questo mi riprometto un approfondimento.
Le esternazioni dei partecipanti:”.. mai varcata la soglia del convento, … mai salito al piano delle celle,… mai vista la biblioteca, mai visitata la celletta e i cimeli di Fra Giuseppe,… impensabile sedermi nel coro insomma” questa visita è servita a quanti vi hanno aderito per scoprire capolavori e meraviglie che sono sempre a portata d’occhio ma che vengono disconosciute… abbiamo concretizzato delle scoperte per tanti. Francesco Raffa
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(per ingrandire clicca sulla foto)

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SORTINO - CHIESA E CONVENTO DEI P.P. CAPPUCCINI
(foto giannidip)
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