20 gennaio 2008

concorso letterario


IL SIGNOR SALVO ZAPPULLA, MI MANDA IL SEGUENTE BANDO PER UN CONCORSO LETTERARIO, CHE PUBBLICO VOLENTIERI.

Associazione Culturale Pentelite
XIII Mostra-Mercato dell’Editoria Siciliana
Sortino (SR) 03-04-05 ottobre 2008
Concorso Letterario Nazionale “Città di Sortino”

Nell’ambito della XIII Mostra-Mercato dell’Editoria Siciliana che si svolgerà in Sortino (SR) dal 03 al 05 ottobre 2008, l’associazione culturale PENTELITE, con il patrocinio del Comune di Sortino, indice per l’anno 2008 il concorso letterario nazionale “CITTÀ DI SORTINO”.

REGOLAMENTO
Art. 1) Il concorso è suddiviso in tre sezioni, è aperto a tutti per opere inedite, senza limiti di età.
A) Racconto breve, max 5 cartelle (12,000 battute circa), in lingua italiana, a tema libero,
in cinque copie stampate di cui una sola firmata, completa delle generalità dell’Autore
con scheda bio-bibliografica dello stesso.
B) Poesia in lingua italiana, (una sola poesia, a tema libero, compresa in una cartella)
in cinque copie stampate di cui una sola firmata, completa delle generalità dell’Autore
con scheda bio-bibliografica dello stesso.
C) Poesia in dialetto siciliano, (una sola poesia, a tema libero, compresa in una cartella)
in cinque copie stampate di cui una sola firmata, completa delle generalità dell’Autore
con scheda bio-bibliografica dello stesso.

Art. 2) Le opere dovranno essere inviate presso la tipografia Tumino, via Carlentini 3/A, 96010 SORTINO (SR), entro il 30 giugno 2008. Farà fede il timbro postale. Se si vuole partecipare a più sezioni, occorre spedire le opere in buste separate (una per ogni sezione). Ogni autore partecipando si assume la responsabilità sull’autenticità delle stesse.

Art. 3) Non è prevista alcuna tassa di lettura ma trattandosi di un concorso organizzato nell’ambito di una fiera del libro si chiede, allo scopo di incentivare l’editoria siciliana, che ogni concorrente acquisti un libro edito in Sicilia, inviando euro 15,00 insieme alla busta con il testo. Per quanti non avranno la possibilità di venire in Fiera a scegliere il libro, codesta organizzazione provvederà a selezionarne uno e a spedirlo al recapito del concorrente.

Art. 4) Il comitato di lettura formato dagli scrittori Morena Fanti, Salvo Zappulla, dalle prof.sse Oriana Gazzè, Teresa Gigliuto e dal poeta Marco Scalabrino, selezionerà cinque opere finaliste per ogni sezione che verranno pubblicate nel libro “Pentelite” (insieme a scritti di autorevoli personaggi del mondo della cultura), giunto alla sua tredicesima edizione, edito da un editore siciliano partecipante alla Fiera. La pubblicazione delle opere non comporta diritti d’autore in quanto Pentelite non viene messo in vendita ma dato in omaggio ai nostri collaboratori e a operatori culturali.

Art. 5) Le opere finaliste verranno affidate ad una giuria popolare di trenta lettori, i quali avranno il compito di votare le tre opere vincitrici. Il conteggio dei voti riportati (ogni lettore selezionerà un’opera) avverrà giorno 04 ottobre 2008, alle ore 19.00 nella Biblioteca del Comune di Sortino. Le buste consegnate dai trenta lettori verranno aperte in pubblico. Nome, cognome e professione dei trenta lettori verranno pubblicati nel volume “Pentelite”.

Art. 6) Il primo classificato per ogni sezione riceverà un premio in libri di Euro 50,00 più 5 copie di Pentelite. Tutti i finalisti riceveranno in omaggio 5 copie di Pentelite.
Ogni partecipante autorizza il trattamento dei propri dati personali ai sensi del Decreto Legislativo 30 giugno 2003 n. 196
Art. 7) Per ogni altro aspetto non contemplato nel bando fanno fede le vigenti norme di legge. Per ogni controversia legale è competente il Foro di Siracusa.

Per ulteriori informazioni telefonare al 3336981694 o scrivere al seguente indirizzo: salvozappulla1@virgilio.it

IlSegretario: VitoTumino

Il Presidente: Salvo Zappulla

NOTIZIE

20 marzo 2008
ricevo la seguente mail da MARIO PERROTTA che pubblico volentieri

A tutti voi che mi avete scritto in quest'anno, parlando,
ringraziando, analizzando, raccontando, chiedendo e
scandagliando EMIGRANTI ESPRESS.

L'avete chiesto in tanti ed ora è arrivato: EMIGRANTI
ESPRESS è diventato un libro edito da FANDANGO LIBRI e
sarà in libreria da oggi, 20 marzo 2008.

Vi aspetto tutti nelle librerie italiane dove farò la
presentazione del libro con spettacolo annesso. Infatti
leggerò su musica un capitolo del libro, riproponendo dal
vivo il mix parole-musica della radio.

Siete tanti e siete praticamente una comunità sul mio
computer: spero di vedervi dal vivo e darvi un volto e una
voce.
Baci a tutti,
mario

www.fandango.it

www.marioperrotta.it

PER ASCOLTARE LE PUNTATE:

http://www.radio.rai.it/radio2/emigrantiespress/#




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dal giornale "LA SICILIA" del 11 gennaio 2008
La giuria laziale ha premiato il sortinese Settimo Martorano per «U silenzio 'i l'Abbazia»Il poeta dialettale di Sortino Settimo Martorano ha conquistato il terzo premio «Coppa della Regione Lazio», nel concorso letterario internazionale «San Benedetto», che si è svolto a Cassino.Settimo Martorano ha partecipato a questo concorso con la poesia «U silenziu ‘i l'Abbazia». A premiare Martorano è stata la scrittrice e cantante Azora Rais. La vena vernacolare di questo poeta sortinese risale, praticamente, a quando era bambino. In Settimo Martorano c'è stata sempre la capacità di utilizzare al meglio il dialetto siciliano, plasmarne le parole, piegarle alla sua ispirazione.Negli anni scorsi, Settimo Marrano ha ricevuto diversi premi ad Acicatena, dove gli è stata consegnata la «Coppa Elibel» per la poesia «A' morti dò Papa», in cui rievocava la scomparsa di Giovanni Paolo II, e a Caltanissetta, dove ha presentato «Giallu comu l'oru», in cui tratta il duro lavoro dei solfatari.Ne «'U silenzio ‘i l'Abbazia», viene descritto il silenzio, quasi surreale, che caratterizza questo luogo sacro, tanto che chi ha avuto l'esperienza di soggiornarvi «senti di siri sulu assemi a mia» e «sunari sentu iù ‘na miludia dhhu coru cilesti fa cuntenti l'arma».Nei versi di Martorano si possono riscontrare i mille volti della Sicilia, tra mare e montagne, fiabe e tradizioni, ricordi, culture, viaggi, colori, oggetti e le persone che in questa terra difficile hanno vissuto, che l'hanno conosciuta, amata, temuta, l'hanno arricchita con il loro lavoro, anche a costo di lasciarci la vita. E la poesia «Giallu come l'oru», è uno di questi esempi, in cui il solfataro considera «u surfuru.. culuratu, giallu comu l'oru» un «duci vilenu» per la sua salute. Sono diverse anche le poesie di Settimo Martorano che descrivono la civiltà contadina, in cui evidenzia i valori di questo mondo, che è anche il suo mondo, ricco di odori e di profumi della campagna.
Paolo Mangiafico




dal giornale LA SICILIA del 23 gennaio 2008

nercopoli favara

Sortino. Una necropoli rupestre sulle alture della contrada Favara versa nell'assoluto abbandono, mentre potrebbe diventare oggetto di studio per la sua peculiarità. A segnalare la presenza di questa necropoli è stato Augusto Rio, avvocato di professione, probabile magistrato (nel concorso ha superato lo scritto e aspetta di essere chiamato per la prova orale), appassionato di archeologia. La peculiarità di queste tombe, che sono ubicate sui poggetti della Favara è dovuta al fatto che sono diverse da quelle che si trovano nella necropoli di Pantalica. Infatti si tratta di tombe monumentali, in quanto presentano un prospetto a pilastri. Queste tombe, come ha ribadito Augusto Rio, sono simili a quelle che si trovano in contrada Cava Lazzaro, in territorio di Rosolini, e a Castelluccio. Sono tombe che risalgano al periodo Castellucciano e, quindi, risalgono ad un periodo anteriore a quello di Pantalica. Un'altra particolarità di questa piccola necropoli è dovuta alla presenza di una tomba interrata che è, stranamente, doppia. Nei prossimi giorni, invitato da Augusto Rio, è atteso in zona il sovrintendente emerito dei Beni culturali Giuseppe Voza, che ha già conosce il luogo e può dare delle delucidazioni su queste particolari tombe. La zona iblea, quindi, ancora una volta presenta luoghi di grande importanza archeologia. Sarebbe importante sapere chi abitò questi luoghi prima dell'arrivo dei Siculi che si stabilirono sulla montagna di Pantalica. E' assai probabile che queste tombe siano state realizzate in forma monumentale perché potrebbero risalire al culto dei morti quando questo era fondato sulla Dea Madre. La Sicilia, in quel periodo, era abitata, secondo una leggenda, dai giganti. La forma monumentale di queste tombe nascerebbe dalla credenza che potessero servire solo a tumulare uomini giganteschi.
P. M.
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Dal giornale “La Sicilia” del 30 gennaio 2008

LA SCOMPARSA DELLE API
E LA PROFEZIA DI EINSTEIN

lbert Einstein, lo scienziato della
formula E=mc² che ha aperto l’Umanità
verso gli orizzonti dell’energia
nucleare, doveva essere anche un acuto osservatore
della Natura. In tempi assolutamente
non sospetti, ancora prima che parlare
di inquinamento fosse diventata quasi
un’abitudine dell’uomo del 21° secolo, l’aveva
detto chiaramente: «Quando scompariranno
le api, scompariranno anche gli uomini».
Chissà quanti dei suoi contemporanei –
scienziati compresi – avranno giudicato quest’affermazione
un’altra delle bizzarrie di
Einstein. Eppure, così come è accaduto per
tante delle «bizzarrie» matematiche e teoretiche
di questo genio incomparabile, oggi
scopriamo che aveva detto il vero. E scopriamo
anche – visto che non ci ha mentito – che
dovremmo correre subito ai ripari visto che
dal 30 al 50 per cento delle api è già sparito.
Per quale ragione, nonostante le ricerche,
nessuno lo sa. Forse l’inquinamento atmosferico,
forse i pesticidi e i fitofarmaci utilizzati
in agricoltura, forse le onde elettromagnetiche
dei nostri telefoni cellulari, forse il cambiamento
climatico, forse tutte queste ragioni
messe insieme. La realtà è che le api
stanno scomparendo e ciò che dovrebbe allarmarci
e farci preoccupare per davvero non
è il calo vertiginoso della produzione di miele,
ma che questi insetti – simbolo della laboriosità,
della convivenza e dell’organizzazione
– volando di fiore in fiore a suggere il nettare
non collaboreranno più con la Natura,
non incrementeranno e miglioreranno l’impollinazione.
La madre di ogni frutto. Pensiamoci.
Siamo vicini alla nostra fine probabilmente
più di quanto immaginiamo mentre
stiamo ancora a discutere se Kyoto sì oppure
no.
Albert Einstein ci aveva avvertito.

racconto: Sortino e la mano

Il Sig. Salvo zappulla, mi invia questo breve racconto, che pubblico volentieri

SORTINO E LA MANO
di
SALVO ZAPPULLA

Percorrendo l'autostrada da Catania verso Siracusa, all'altezza del bivio di Augusta, ad ovest, di fronte al grosso complesso petrolchimico, una strada s'inerpica su per la collina. Una strada brulla che si incunea faticosamente tra i monti Iblei, fino alle soglie del paese del miele: Sortino, tutto adagiato sul palmo d'una mano.
Si racconta di una mano invisibile, infatti, capace di racchiudere nel suo palmo l'intero agglomerato, a proteggerlo nel periodo di maggior rigore invernale dal vento e dalle intemperie, per distendersi poi nelle torridi notte di agosto a lasciar correre l'aria. Per questo a Sortino (che in questa storia chiameremo Ficodindia) il clima è sempre mite e l'esistenza particolarmente gradevole. Tutti gli abitanti percepiscono la presenza silenziosa, confortante della mano, e si adagiano a cullarsi nella sua eterna carezza.
Qualcuno giura di averne notato la sagoma nelle notti di luna piena.
Narrano gli anziani di una leggenda del 304 d.C. Secondo tale leggenda, nel momento della persecuzione contro i cristiani, una ragazza aveva sfidato fieramente il capo dei suoi aguzzini. Quell'uomo avrebbe voluto sentirla implorare, chiedere la grazia, ma lei seguitava a tenere sulla faccia del tiranno gli occhi lucenti come smeraldi. Spaventati e nello stesso altrettanto alteri, forte dell'orgoglio che può essere dato solo da una fede infinita.
La ragazza tese la mano verso l'uomo che la tiranneggiava, tentando di convertirlo a Cristo. Ma quegli, sentendosi irriso, con un gesto secco della scimitarra amputò quella mano, poi la raccolse da terra affinché tutti potessero vedere e il terrore si diffondesse tra i cristiani.
Ma a quel punto accadde qualcosa di inaspettato. Qualcosa che la mente degli uomini non poteva concepire razionalmente: apparve all'orizzonte uno sciame d'api. Una nuvola, un turbine tale da oscurare la luce del sole. Lo sciame disseminò in pochi minuti il panico tra gli aguzzini e portò via con sé la candida mano oltraggiata.
La ragazza si chiamava Sofia. Da quel momento il suo nome e la sua memoria divennero sacri e lei fu proclamata protettrice del paese. Ecco perché la sua mano ancor oggi racchiude le case del contado in un recinto sereno e rassicurante.
Quella mano durante l'ultima guerra mondiale si chiuse a riccio, nascondendo la vista del paese a un manipolo di soldati tedeschi malintenzionati, impedendo loro di fare razzia dei tesori artistici del luogo e di operare forse violenze.
Ancora una volta fu determinante l'opera delle api che si concentrarono a sciami vaganti facendo scudo protettivo e costringendo i tedeschi a spostare il proprio itinerario. Quelle api hanno qualcosa di divino, perché il loro miele è benefico ed ha un sapore particolare. Sarà la zagara degli ovali, una qualità di arance caratteristiche del luogo, o i fiori di timo selvatico, che seguita a crescere spontaneamente lungo tutta la valle attorno a Sortino e a Pantalica, e di cui le api sono particolarmente ghiotte. O forse l'essenza di quella mano di fanciulla, su cui si posano al termine del loro laborioso volo.
Negli ultimi tempi si era sparsa un'altra voce tra gli abitanti: si raccontava di una mano che, durante la notte, nel profondo sonno della gente, distribuiva sonore sberle a quegli uomini che erano soliti scacciare la noia del paese all'interno delle osterie e che poi la sera dovevano essere accompagnati a letto dalle consorti. Si diceva di una mano che usando modi tutt'altro che gentili, cercasse di dissuadere i paesani dal perseverare nelle loro insane abitudini.E' un fenomeno su cui si sta tuttora indagando.
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