20 gennaio 2008

racconto: Sortino e la mano

Il Sig. Salvo zappulla, mi invia questo breve racconto, che pubblico volentieri

SORTINO E LA MANO
di
SALVO ZAPPULLA

Percorrendo l'autostrada da Catania verso Siracusa, all'altezza del bivio di Augusta, ad ovest, di fronte al grosso complesso petrolchimico, una strada s'inerpica su per la collina. Una strada brulla che si incunea faticosamente tra i monti Iblei, fino alle soglie del paese del miele: Sortino, tutto adagiato sul palmo d'una mano.
Si racconta di una mano invisibile, infatti, capace di racchiudere nel suo palmo l'intero agglomerato, a proteggerlo nel periodo di maggior rigore invernale dal vento e dalle intemperie, per distendersi poi nelle torridi notte di agosto a lasciar correre l'aria. Per questo a Sortino (che in questa storia chiameremo Ficodindia) il clima è sempre mite e l'esistenza particolarmente gradevole. Tutti gli abitanti percepiscono la presenza silenziosa, confortante della mano, e si adagiano a cullarsi nella sua eterna carezza.
Qualcuno giura di averne notato la sagoma nelle notti di luna piena.
Narrano gli anziani di una leggenda del 304 d.C. Secondo tale leggenda, nel momento della persecuzione contro i cristiani, una ragazza aveva sfidato fieramente il capo dei suoi aguzzini. Quell'uomo avrebbe voluto sentirla implorare, chiedere la grazia, ma lei seguitava a tenere sulla faccia del tiranno gli occhi lucenti come smeraldi. Spaventati e nello stesso altrettanto alteri, forte dell'orgoglio che può essere dato solo da una fede infinita.
La ragazza tese la mano verso l'uomo che la tiranneggiava, tentando di convertirlo a Cristo. Ma quegli, sentendosi irriso, con un gesto secco della scimitarra amputò quella mano, poi la raccolse da terra affinché tutti potessero vedere e il terrore si diffondesse tra i cristiani.
Ma a quel punto accadde qualcosa di inaspettato. Qualcosa che la mente degli uomini non poteva concepire razionalmente: apparve all'orizzonte uno sciame d'api. Una nuvola, un turbine tale da oscurare la luce del sole. Lo sciame disseminò in pochi minuti il panico tra gli aguzzini e portò via con sé la candida mano oltraggiata.
La ragazza si chiamava Sofia. Da quel momento il suo nome e la sua memoria divennero sacri e lei fu proclamata protettrice del paese. Ecco perché la sua mano ancor oggi racchiude le case del contado in un recinto sereno e rassicurante.
Quella mano durante l'ultima guerra mondiale si chiuse a riccio, nascondendo la vista del paese a un manipolo di soldati tedeschi malintenzionati, impedendo loro di fare razzia dei tesori artistici del luogo e di operare forse violenze.
Ancora una volta fu determinante l'opera delle api che si concentrarono a sciami vaganti facendo scudo protettivo e costringendo i tedeschi a spostare il proprio itinerario. Quelle api hanno qualcosa di divino, perché il loro miele è benefico ed ha un sapore particolare. Sarà la zagara degli ovali, una qualità di arance caratteristiche del luogo, o i fiori di timo selvatico, che seguita a crescere spontaneamente lungo tutta la valle attorno a Sortino e a Pantalica, e di cui le api sono particolarmente ghiotte. O forse l'essenza di quella mano di fanciulla, su cui si posano al termine del loro laborioso volo.
Negli ultimi tempi si era sparsa un'altra voce tra gli abitanti: si raccontava di una mano che, durante la notte, nel profondo sonno della gente, distribuiva sonore sberle a quegli uomini che erano soliti scacciare la noia del paese all'interno delle osterie e che poi la sera dovevano essere accompagnati a letto dalle consorti. Si diceva di una mano che usando modi tutt'altro che gentili, cercasse di dissuadere i paesani dal perseverare nelle loro insane abitudini.E' un fenomeno su cui si sta tuttora indagando.
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4 commenti:

luisor ha detto...

Sig. Zappulla, mi capitò 7-8 anni fa di leggere un suo libro, mi pare "L'ombra", e mi piacque. Lo feci leggere ad alcuni amici ed anche a loro piacque; peraltro uno di questi amici recensisce per professione. Complimenti.

Anonimo ha detto...

Interessante e bella sta' storiella sulla mano protettrice, e mi ricorda proprio aproposito della seconda guerra mondiale di un'altra storia curiosa successa e pure questa da attribuire a una eventuale mano protettrice? Si racconta che un giorno un aereo di ricognizione in cerca di nemici tedeschi da segnalare poi agli alleati che sarebbero poi partiti a bombardare i medesimi, e trovandosi sul cielo di Sortino dove venivano segnalate attivita' tedesche, allora il codesto aereo fece un cerchio di fumo sopra il paese e segnalo' agli alleati, nel frattempo che gli alleati arrivassero, un colpo di vento sposto' il cerchio di fumo sopra il paese "palazzolo" che a linea d'aria non si trova molto distante dal nostro paese,e cosi' i bombardieri invece di bombardare Sortino, buttarono le loro "pillole" sul paese di Palazzolo, e cosi' fu forse opera della stessa mano che volle proteggere il nostro Sortino....?

luisor ha detto...

Ecco perchè, pare, a Palazzolo non si venera s. sofia!!!!

Anonimo ha detto...

Su palazzolo mi ricordo queste 2 stofette che dicevano i vecchietti:
"A Palazzolu sparau ntronu
canta porcu ca iu sonu"