Questa bellissima Immagine, che raffigura il "nostro"
Padre Gaudenzio Cianci
mi è stata inviata dall'amico e artista
Roberto Sequenzia
ed e stata ripresa da un dipinto dello stesso artista.
Assieme a questa immagine, Roberto
Mi ha inviato dei testi che,
ringrazio
e
pubblico volentieri.
(gianni dip)
-----------------------------
-----------------------------
Mi capita spesso di
pensare alla mia infanzia e alle persone che mi hanno lasciato
ricordi indelebili, una di queste è P. Gaudenzio Cianci, Sacerdote e
prestigioso musicista, che tanto lustro ha dato alla nostra città di
Sortino (SR).
Ho frequentato il
convento dei P. Cappuccini fino all’età di undici anni, essendo
nato e cresciuto nello stesso quartiere.
Mi sembra di sentire
ancora nell’aria l’odore dell’incenso e l’eco dei canti
vespertini dei monaci, e di sperimentare quella magica atmosfera di
quiete e di spiritualità propria di quel luogo.
Fu lì che ebbi modo di
conoscere P. Gaudenzio. Ricordo con particolare emozione quando,
durante l’esecuzione all’organo di alcune delle sue composizioni,
fra le quali “Inno al Servo di Dio Fra Giuseppe Maria da
Palermo”, mi chiese di manovrare un congegno che, attraverso un
mantice, immetteva l’aria necessaria al funzionamento dello
strumento musicale. Ho ancora nel cuore l’effetto coinvolgente
dell’armonia di quelle musiche e di quei canti che riuscivano,
nonostante la tenera età, a farmi andare in visibilio.
Lo frequentai anche nel
periodo delle scuole medie, presso il collegio “Istituto Serafico
P. Cappuccini” di Augusta (SR), in cui gli era stato affidato
l’incarico di corresponsabile della comunità.
Potevamo intrattenerci
spesso a dialogare e dietro la figura apparentemente austera che,
talvolta, incuteva un lieve timore, si nascondeva una personalità
assai gioviale: era disponibile quasi sempre a stare in compagnia di
noi ragazzi, per scherzare e farci sorridere con le sue battute
colorate di semplice e spontaneo umorismo.
Si dimostrò invece un
po’ esigente, ma sempre con i suoi modi accoglienti e gentili,
quando volle organizzare un coro di ragazzi, con i più intonati per
il canto, tra cui scelse anche me.
Ero fiero di far parte
del gruppo e di essere stato selezionato da lui.
Il coro doveva esibirsi
durante l’inaugurazione del campo di calcio dell’istituto, i cui
lavori erano stati da poco tempo ultimati, prima che avesse inizio
la partita.
Per tale evento i brani
che P. Gaudenzio preferì furono “Va pensiero” e “O Signore dal
tetto natio” di G. Verdi.
La cerimonia piacque
molto, fu bella e interessante e si svolse alla presenza di diverse
autorità religiose e civili.
Indimenticabili sono
alcune serate trascorse durante una delle colonie estive, in contrada
“Idroscalo”, a pochissimi chilometri da Augusta, in occasione
delle quali il nostro P. Gaudenzio, con il suono della sua
fisarmonica, ci allietava, in quei momenti da sogno, invogliandoci a
cantare le bellissime canzoni da lui composte che ci rendevano
felici e spensierati sotto un cielo colmo di stelle.
All’età di vent’anni,
molto deciso a concretizzare il mio desiderio di creare un gruppo
musicale folkloristico, pensai di informare P. Gaudenzio di questa
mia iniziativa e di chiedergli, nel frattempo, il consenso per
inserire nel nostro repertorio musicale le sue composizioni ispirate
al folklore siciliano.
Sapendo di questo mio
progetto ne fu felice ed entusiasta e fu disponibile a darmi in
prestito il manoscritto delle sue composizioni musicali affinchè lo
fotocopiassi.
In quella circostanza
mi disse: “Ti consegno questo manoscritto perché ti conosco bene ”
e, con molta franchezza e con tono calmo e profondo sottolineò:
“Questo libro non lo darei mai a persone che non conosco” ,
lasciando intendere il valore prezioso che aveva per lui.
Subito dopo tornò al suo
umore abituale per darmi la conferma che avrebbe confidato nella
tempestiva restituzione dell’inestimabile fascicolo.
Stare in sua presenza mi suscitava una
leggera soggezione perché ho avuto sempre la consapevolezza di
trovarmi accanto a una persona molto colta, con una sensibilità
eccezionale e una profonda conoscenza dei sentimenti umani .
Ringrazio di cuore P. Gaudenzio Cianci
per quello che è stato e per tutto quello che ci ha donato.
Roberto Sequenzia
-------------
Segue una breve biografia di Padre Gaudenzio, scritta da Roberto Sequenzia:
P. GAUDENZIO CIANCI
BIOGRAFIA
P. Gaudenzio,
all’anagrafe Cesario Cianci, nasce a Sortino (SR) il 31 marzo 1917
da Giuseppe e da Maria Gianninoto. A soli undici anni entra nel
Seminario Serafico di Gela, indossa l’abito religioso e inizia
l’anno di noviziato a Calascibetta (EN) nel 1932. Dopo aver
completato il ciclo degli studi filosofici a Modica (RG) e quelli
teologici a Sortino, è ordinato Sacerdote il 29 Giugno del 1940.
Negli ambienti monastici
francescani, affascinato dalla bellezza e profondità dei canti e
dalla musica, ha l’opportunità di sviluppare le sue innate doti
musicali e poetiche che dimostra di possedere sin dall’infanzia.
Le
prime lezioni musicali le riceve in convento e già quindicenne
compone il suo primo lavoro: un "tantum ergo" poi i suoi
Superiori, riconoscendone le particolari predisposizioni, dopo
l’ordinazione sacerdotale, lo inviano, per completare gli studi
musicali, a Roma presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra dove,
nel 1945, ottiene la Licenza in Canto Gregoriano e, due anni dopo,
il titolo accademico di Baccalaureato in Composizione Sacra.
Successivamente è
chiamato nella sua provincia monastica per insegnare canto gregoriano
ai chierici cappuccini. Sono di questi anni alcune delle sue
composizioni migliori: il “Voce mea” dal transito di S.
Francesco, le “Antifone finali mariane”, dette così
perché concludono l’ufficio delle ore che i religiosi recitano
quotidianamente. E’ sicuramente da ricordare il libro dei “Canti
Sacri” che l’autore decide di pubblicare insieme alle
“Antifone finali” e agli “ Inni Serafici”.
Lo stile di P. Gaudenzio
Cianci deve molto all’influenza di Giovanni Pierluigi da
Palestrina, le cui composizioni assunsero a modello insuperato della
polifonia vocale sacra rinascimentale, e di Lorenzo Perosi (prima
metà del Novecento), avendo sempre alla base l’ispirazione
gregoriana, fulcro di tutto il canto sacro.
Le sue composizioni
spaziano dall’oratorio ai canti liturgici, dalla musica sacra ai
canti folk, dalla polifonia alle canzonette.
Opere meritevoli di
figurare, tra quelle più note della tradizione siciliana, sono:
“Ciuriddu” (testo di L. Capuana), “A rosa” e
“Primavera n’ Sicilia” (testi di F. Fichera),
“L’urtulanu” (testo scritto insieme a P. Vito La
Martina); e infine quelli su testo proprio tra cui spiccano “U
nnivina vintura”,”Maddalena”, divertente e dissacrante
figura di popolana “dalle forme ardimentose”, e “Chiantu di
‘na matri”, superba lirica impreziosita da una nenia
siciliana che esprime il pianto struggente di una madre in cerca del
suo bambino disperso. Alcuni di questi brani si affermarono e vinsero
al festival della canzone siciliana degli anni ’50.
Ci ha lasciato anche un
melodramma in tre atti: “Santa Bibiana”, e per i più
piccoli una fiaba musicale in quattro atti intitolata “Diadema
di stelle” (testo di Carta Pennuto).
Numerosi sono i canti
accademici e ricreativi, tra i quali “Rondinella nostalgica”,
“Stella d’oro”, “Cuore di mamma” (testo di G. Cena),
“Violetta blu”, “Sicilia in fiore”, “Serenata alla
mamma”, “Ricordando” (mazurca), “Canzone alla neve”,
“Campane a sera”, “Nostalgia”, “Danza delle Cavallerizze”.
Nel 1966, in qualità di
studioso di musica classica, partecipa al Congresso Internazionale
dei Musicisti Cappuccini tenuto a Oxford.
Conduce la sua vita
religiosa e sacerdotale con convinzione e serietà, per questo i
Superiori non esitano ad affidargli responsabilità nella guida e
nell’educazione dei giovani seminaristi, novizi e chierici di
teologia.
I fedeli dei luoghi dove
è vissuto lo ricordano ancora con affetto e riconoscenza, per la sua
letizia nell’espletare, con spirito francescano, quei doni che il
Signore gli aveva elargito.
Nel giugno 1972 viene
colpito da ictus cerebrale che riduce notevolmente le sue capacità
sia motorie che psicologiche.
Ritiratosi nel convento
di Sortino, dopo un anno riprende a suonare l’organo e il
pianoforte con grande disinvoltura nell’improvvisare scherzi
musicali.
L’8 febbraio del 1981,
nel tardo mattino di fine inverno, vicino alla chiesetta di S.
Francesco di Paola, viene trovato riverso sulla nuda terra col gesto
quasi di volerla baciare l’ultima volta, per avergli sicuramente
ispirato l’ultima melodia.
Oggi la sua opera è
eseguita dalla Schola Cantorum del Convento dei P. Cappuccini di
Sortino e dal locale Corpo bandistico il quale è stato a lui
intitolato. Dall’amministrazione comunale gli è stata dedicata una
Via principale della città.
Roberto Sequenzia.
------------------
Caro Roberto, complimenti e grazie per la collaborazione.
Non conoscevo Padre Gaudenzio Cianci, ma guardando il ritratto, pittorico e letterario, che ne hai fatto ho la sensazione di averlo sempre conosciuto. In più tutto questo ha stimolato la mia curiosità per una conoscenza più approfondita.
Sarebbe molto interessante se nei prossimi mesi si potesse integrare questo post con l'ascolto di brani, magari in video della "Schola Cantorum del Convento dei P. Cappuccini di
Sortino e dal locale Corpo bandistico"...
Quando ho ricevuto la tua mail, caro Roberto, mi sono ricordato di una intervista del 2010, fatta a una persona, che tu conosci molto bene..., e che, guarda il caso, ricorda, con commozione ed entusiasmo, la figura di Padre Gaudenzio Cianci.
Quello che segue è il video dell'intervista
a:
a:
.
.
.
.
.
Continua.....
Aspetto materiale audio e video delle opere musicali di P. Gaudenzio Cianci.
2 commenti:
Grazie Roberto, i tuoi quadri alcune volte mi soffermo piu' di una volta ad osservarli perche' sono riproduzioni perfette dell'originale umano. Conosco bene il soggetto del tuo quadro Padre Gaudenzio Cianci in quanto cugino di mia madre. Ti ringrazio per il ricordo.
(Commento postato su Facebook)
Posta un commento