Dallo stesso Franco Raffa, ricevo delle foto e la seguente relazione:
VISITA ALLA CHIESA DELL’ADDOLORATA annessa al Convento dei Padri Cappuccini.
Il comitato di gestione ha organizzato dei tour alla riscoperta dei monumenti locali, ed essendo stato interpellato a fungere da guida turistica non ho saputo resistere alla tentazione di accettare.
Ho accettato di buon grado per il semplice fatto che i capolavori d’arte del nostro paese mi hanno sempre affascinato ed in questa occasione ho potuto regalare ai partecipanti la presentazione delle chiese, delle suppellettili di alcuni arredi sacri e di particolari capolavori che le decorano.
La seconda giornata era programmata per la visita della Chiesa dell’Addolorata, ovvero la Chiesa del Convento dei Frati Cappuccini.
Questa visita è iniziata sul sagrato della Chiesa con l’affaccio sulla Costa di Sortino vecchia. Tanti i ricordi che alcuni dei partecipanti hanno richiamato alla memoria: il fiume Ciccio o ‘sciummi ra zza Pasqua’ dove si andavano a lavare le ‘truscie’ e dove si andavano a “ianchiari i tili.”
Il ricordo delle postazioni, delle pietre dove si lavavano e battevano i panni, le urla delle lavandaie, i scherzi e gli screzi… il ricordo dei momenti andati.
Ancora il ricordo degli ortaggi di grande pezzatura che si producevano nelle grassure (rasciure) sotto i Cappuccini: insalata, pomodori peperoni melenzane fagiolini e tanti altri tipi di ortaggi che venivano coltivati in maniera naturali e attraverso l’irrigazione che sfruttava le acque della civica fognatura..
Alcuni ricordavano u zu Luigi iatruzzetru che produceva pomodori grossi come una melanzana, teste di insalata enormi come una ruota di carriola, peperoni lunghi 30 cm ecc,. ecc. …
Il mistero di questi ortaggi geneticamente modificati ante litteram dal nostro zzu Luigi, ancor prima che la Monsanto pensasse agli OGM, è tutta racchiusa nell’uso e abuso che faceva dei coleformi fecali sortinesi. La primitiva canalizzazione dello scolo fognario ancor prima della realizzazione del depuratore era una fonte di approvvigionamento idrico per quanti avevano le ‘rasciure’ nella costa di Sortino.
Entrati in Chiesa ancor prima di illustrare gli aspetti architettonici ed iconografici della Chiesa dell’Addolorata ho fatto una sintesi della nascita dell’ordine dei Francescani e della tripartizione della famiglia in Frati Minori, Conventuali e Cappuccini.
I Francescani o meglio i frati minori conventuali arrivarono a Sortino nel 1527, testimonianza di questa data è la statua di Sant’Antonio da Padova oggi posta nel cortile del convento nella rampa d scala esterna che porta la piano delle celle. I conventuali erano e sono i fratelli maggiori dei francescani con alcune differenze nella regola che praticano. La loro sede in Sortino fu sin dal loro insediamento il convento di San Francesco che fu realizzato appositamente per loro nel sito ove oggi si trova, vennero a Sortino per volontà del Marchese Gaetani.
I Cappuccini, nati nel 1540 per un ritorno alla riscoperta del vangelo senza variazione alcuna,, vennero a Sortino intorno al 1550 e il loro convento fu fondato nel 1555 cosi come è scritto nella scala interna dell’ala ovest.
I Cappuccini si distinguono dagli altri due rami per il loro essere al fianco dei più semplici degli umili e vivevano il vangelo alla maniera dei primi cristiani. Avevano scelto di vivere accanto agli uomini e al servizio degli ultimi vicini ai sentimenti degli uomini, per questo le loro chiese sono tutte dedicate alla Vergine Maria nei titoli che la avvicinano agli uomini quella di Sortino è legata al dolore che accomuna tutti gli uomini.
La chiesa ad una navata con due cappelle laterale ha una volta affrescata intorno al 1850 .
I due affreschi della volta rappresentano uno il dono a san Francesco dell’indulgenza plenaria detta indulgenza della porziuncola per la remissione dei peccati e l’l’altro coperto dal soppalco del coro che rappresenta la Stella Maris. Una nave che solca il mare in tempesta: Il mare rappresenta il mondo, la nave rappresenta la chiesa, sulla vela è dipinto lo stemma papale e la vergine veglia sulla navigazione della procella.
L’ultimo affresco è la colomba che rappresenta lo Spirito Santo in corrispondenza dell’altare maggiore chiuso in alto dal disegno di Dio Padre, rappresentato come un anziano, nella pala d’altare centrale l’incontro di Cristo con la Madre chiude l’immagine della Santissima Trinità .
L’altare ligneo un capolavoro di falegnameria realizzato dal fine ebanista che era Fra Angelo da Mazzarino e incentrato sul Ciborio o tabernacolo a forma di Chiesa Barocca con undici nicchie. La Chiesa si erge su 12 gradini realizzati con legno di cipresso ed intarsiati con radica d’ulivo, di fichi d’india, di rosa, di legno di albicocco, avorio e anche tartaruga. I gradini rappresentano le dodici tribù di Israele ma anche i dodici apostoli. La porticina del tabernacolo e intarsiata in avorio con la rappresentazione di un ostensorio. Nelle due nicchie ai lati San Paolo e San Pietro, colonne portanti della Chiesa, accanto due serafini: San Michele Arcangelo – la forza di Dio che lotta contro il demone, e l’Arcangelo san Gabriele che cura le anime. Nella ripartizione superiore quattro nicchie con i Santi più importanti dell’ordine francescano: da un lato san Francesco e Sant’Antonio da Padova – santi della regola primitiva, dall’altro lato due santi della regola cappuccina Padre Fedele da Sigmaringa e fra Felice da Cantalice. Due santi cappuccini un sacerdote e l’altro fratello converso. In alto al Centro l’Immacolata, protettrice dei Francescani, ai lati Santa Sofia e Santa Lucia. In alto su un cupola in cuoio martellato un crocifisso in avorio e madreperla.
La grande pala d’altare rappresenta l’incontro di Gesù con la Madre. Un effetto scenico carico di pathos, denso di dolore che prende luce dal corpo di Cristo che la irradia alla scena. L’effetto scenico è impareggiabile il cromatismo accompagna l’occhio dello spettatore e ne cattura l’attenzione sul messaggio iconografico principale da trasmettere: questa tela va vista di presenza e non descritta in maniera accademica!
Ai lati quattro dipinti due grandi con gli Arcangeli Michele e Gabriele e nei riquadri la nascita di Maria e la Natività.
Da sottolineare che al momento della visita la grande pala d’altare era abbassata attraverso un marchingegno rudimentale di cavi e carrucole,e che al posto della pale sono visibile le otre 150 reliquie di santi pervenute al convento dei cappuccini che fanno da cornice alla nicchia ove è esposta la Nostra Signore del Cuore di Gesù, recentemente restaurata da Gianni Grillo.
Questa statua fu fatta realizzare in gesso fa Padre Eugenio Scamporlino nel 1887 con i soldi ricevuti dai Maltesi che per riconoscenza e gratitudine gli avevano chiesto di diffondere tale culto a Sortino. Dopo la comitiva di insoliti turisti si è trasformata in gruppo orante presso la tomba di Fra Giuseppe Maria da Palermo. Questo Giovine novizio è stato presentato nei tratti essenziali della sua personalità.
Un maggiore approfondimento sul Servo di Dio morto a Sortino in odore di santità si può avere tramite il sito http://www.fraticappuccini.it/fragiuseppemaria .
La tomba è stata realizzata in pietra nel 1928 dal maestro intagliatore Vincenzo Caruso da Sortino e contiene i resti mortali del Giovane Cappuccino morto a Sortino in odore di santità
La visita si è conclusa con la presentazione della ricchissima e antica biblioteca dei frati.
L’intervento di Fra’ Fiorenzo è stato illuminante per gli ospiti che non sapevano che il Convento di Sortino dal 1870 al 1963 era stato adibito a sede Universitaria della provincia dei Frati minori cappuccini per cui la Biblioteca si era arricchita di volumi utili alla formazione teologica e oratoria dei frati prima di essere ammessi agli ordini sacri.
La visita del coro, ha permesso ai presenti di godere della visione di uno dei capolavori più antichi di Sortino. Per l’occasione è stata esposta la pala d’altare dell’Addolorata, titolare della Chiesa, che era nella primitiva chiesetta dei frati cappuccini .
Prima di lasciare il convento l’attenzione dei visitatori è stata catturata dalle tre meridiane che campeggiano sui tre lati del chiostro. Padre Fiorenzo ha spiegato che Sortino rispetto all’ora italiana è tre minuti e undici secondo più indietro, inoltre ha precisato che le meridiane si leggono per differenza delle ore tra la lettura dell’ombra proiettata dallo gnomone rispetto al tramonto del giorno precedente. Di questo mi riprometto un approfondimento.
Le esternazioni dei partecipanti:”.. mai varcata la soglia del convento, … mai salito al piano delle celle,… mai vista la biblioteca, mai visitata la celletta e i cimeli di Fra Giuseppe,… impensabile sedermi nel coro insomma” questa visita è servita a quanti vi hanno aderito per scoprire capolavori e meraviglie che sono sempre a portata d’occhio ma che vengono disconosciute… abbiamo concretizzato delle scoperte per tanti. Francesco Raffa
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(per ingrandire clicca sulla foto)
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SORTINO - CHIESA E CONVENTO DEI P.P. CAPPUCCINI |
(foto giannidip)
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