20 maggio 2009

TURISTI A SORTINO - ALLA CHIESA DELL'ADDOLORATA

Il centro diurno anziani di Sortino, guidati da Franco Raffa, ha organizzato un'altra "gita" ai monumenti sortinesi.
Dallo stesso Franco Raffa, ricevo delle foto e la seguente relazione:

VISITA ALLA CHIESA DELL’ADDOLORATA annessa al Convento dei Padri Cappuccini.
Il comitato di gestione ha organizzato dei tour alla riscoperta dei monumenti locali, ed essendo stato interpellato a fungere da guida turistica non ho saputo resistere alla tentazione di accettare.
Ho accettato di buon grado per il semplice fatto che i capolavori d’arte del nostro paese mi hanno sempre affascinato ed in questa occasione ho potuto regalare ai partecipanti la presentazione delle chiese, delle suppellettili di alcuni arredi sacri e di particolari capolavori che le decorano.
La seconda giornata era programmata per la visita della Chiesa dell’Addolorata, ovvero la Chiesa del Convento dei Frati Cappuccini.
Questa visita è iniziata sul sagrato della Chiesa con l’affaccio sulla Costa di Sortino vecchia. Tanti i ricordi che alcuni dei partecipanti hanno richiamato alla memoria: il fiume Ciccio o ‘sciummi ra zza Pasqua’ dove si andavano a lavare le ‘truscie’ e dove si andavano a “ianchiari i tili.”
Il ricordo delle postazioni, delle pietre dove si lavavano e battevano i panni, le urla delle lavandaie, i scherzi e gli screzi… il ricordo dei momenti andati.
Ancora il ricordo degli ortaggi di grande pezzatura che si producevano nelle grassure (rasciure) sotto i Cappuccini: insalata, pomodori peperoni melenzane fagiolini e tanti altri tipi di ortaggi che venivano coltivati in maniera naturali e attraverso l’irrigazione che sfruttava le acque della civica fognatura..
Alcuni ricordavano u zu Luigi iatruzzetru che produceva pomodori grossi come una melanzana, teste di insalata enormi come una ruota di carriola, peperoni lunghi 30 cm ecc,. ecc. …
Il mistero di questi ortaggi geneticamente modificati ante litteram dal nostro zzu Luigi, ancor prima che la Monsanto pensasse agli OGM, è tutta racchiusa nell’uso e abuso che faceva dei coleformi fecali sortinesi. La primitiva canalizzazione dello scolo fognario ancor prima della realizzazione del depuratore era una fonte di approvvigionamento idrico per quanti avevano le ‘rasciure’ nella costa di Sortino.
Entrati in Chiesa ancor prima di illustrare gli aspetti architettonici ed iconografici della Chiesa dell’Addolorata ho fatto una sintesi della nascita dell’ordine dei Francescani e della tripartizione della famiglia in Frati Minori, Conventuali e Cappuccini.
I Francescani o meglio i frati minori conventuali arrivarono a Sortino nel 1527, testimonianza di questa data è la statua di Sant’Antonio da Padova oggi posta nel cortile del convento nella rampa d scala esterna che porta la piano delle celle. I conventuali erano e sono i fratelli maggiori dei francescani con alcune differenze nella regola che praticano. La loro sede in Sortino fu sin dal loro insediamento il convento di San Francesco che fu realizzato appositamente per loro nel sito ove oggi si trova, vennero a Sortino per volontà del Marchese Gaetani.
I Cappuccini, nati nel 1540 per un ritorno alla riscoperta del vangelo senza variazione alcuna,, vennero a Sortino intorno al 1550 e il loro convento fu fondato nel 1555 cosi come è scritto nella scala interna dell’ala ovest.
I Cappuccini si distinguono dagli altri due rami per il loro essere al fianco dei più semplici degli umili e vivevano il vangelo alla maniera dei primi cristiani. Avevano scelto di vivere accanto agli uomini e al servizio degli ultimi vicini ai sentimenti degli uomini, per questo le loro chiese sono tutte dedicate alla Vergine Maria nei titoli che la avvicinano agli uomini quella di Sortino è legata al dolore che accomuna tutti gli uomini.
La chiesa ad una navata con due cappelle laterale ha una volta affrescata intorno al 1850 .
I due affreschi della volta rappresentano uno il dono a san Francesco dell’indulgenza plenaria detta indulgenza della porziuncola per la remissione dei peccati e l’l’altro coperto dal soppalco del coro che rappresenta la Stella Maris. Una nave che solca il mare in tempesta: Il mare rappresenta il mondo, la nave rappresenta la chiesa, sulla vela è dipinto lo stemma papale e la vergine veglia sulla navigazione della procella.
L’ultimo affresco è la colomba che rappresenta lo Spirito Santo in corrispondenza dell’altare maggiore chiuso in alto dal disegno di Dio Padre, rappresentato come un anziano, nella pala d’altare centrale l’incontro di Cristo con la Madre chiude l’immagine della Santissima Trinità .
L’altare ligneo un capolavoro di falegnameria realizzato dal fine ebanista che era Fra Angelo da Mazzarino e incentrato sul Ciborio o tabernacolo a forma di Chiesa Barocca con undici nicchie. La Chiesa si erge su 12 gradini realizzati con legno di cipresso ed intarsiati con radica d’ulivo, di fichi d’india, di rosa, di legno di albicocco, avorio e anche tartaruga. I gradini rappresentano le dodici tribù di Israele ma anche i dodici apostoli. La porticina del tabernacolo e intarsiata in avorio con la rappresentazione di un ostensorio. Nelle due nicchie ai lati San Paolo e San Pietro, colonne portanti della Chiesa, accanto due serafini: San Michele Arcangelo – la forza di Dio che lotta contro il demone, e l’Arcangelo san Gabriele che cura le anime. Nella ripartizione superiore quattro nicchie con i Santi più importanti dell’ordine francescano: da un lato san Francesco e Sant’Antonio da Padova – santi della regola primitiva, dall’altro lato due santi della regola cappuccina Padre Fedele da Sigmaringa e fra Felice da Cantalice. Due santi cappuccini un sacerdote e l’altro fratello converso. In alto al Centro l’Immacolata, protettrice dei Francescani, ai lati Santa Sofia e Santa Lucia. In alto su un cupola in cuoio martellato un crocifisso in avorio e madreperla.
La grande pala d’altare rappresenta l’incontro di Gesù con la Madre. Un effetto scenico carico di pathos, denso di dolore che prende luce dal corpo di Cristo che la irradia alla scena. L’effetto scenico è impareggiabile il cromatismo accompagna l’occhio dello spettatore e ne cattura l’attenzione sul messaggio iconografico principale da trasmettere: questa tela va vista di presenza e non descritta in maniera accademica!
Ai lati quattro dipinti due grandi con gli Arcangeli Michele e Gabriele e nei riquadri la nascita di Maria e la Natività.
Da sottolineare che al momento della visita la grande pala d’altare era abbassata attraverso un marchingegno rudimentale di cavi e carrucole,e che al posto della pale sono visibile le otre 150 reliquie di santi pervenute al convento dei cappuccini che fanno da cornice alla nicchia ove è esposta la Nostra Signore del Cuore di Gesù, recentemente restaurata da Gianni Grillo.
Questa statua fu fatta realizzare in gesso fa Padre Eugenio Scamporlino nel 1887 con i soldi ricevuti dai Maltesi che per riconoscenza e gratitudine gli avevano chiesto di diffondere tale culto a Sortino. Dopo la comitiva di insoliti turisti si è trasformata in gruppo orante presso la tomba di Fra Giuseppe Maria da Palermo. Questo Giovine novizio è stato presentato nei tratti essenziali della sua personalità.
Un maggiore approfondimento sul Servo di Dio morto a Sortino in odore di santità si può avere tramite il sito http://www.fraticappuccini.it/fragiuseppemaria .
La tomba è stata realizzata in pietra nel 1928 dal maestro intagliatore Vincenzo Caruso da Sortino e contiene i resti mortali del Giovane Cappuccino morto a Sortino in odore di santità
La visita si è conclusa con la presentazione della ricchissima e antica biblioteca dei frati.
L’intervento di Fra’ Fiorenzo è stato illuminante per gli ospiti che non sapevano che il Convento di Sortino dal 1870 al 1963 era stato adibito a sede Universitaria della provincia dei Frati minori cappuccini per cui la Biblioteca si era arricchita di volumi utili alla formazione teologica e oratoria dei frati prima di essere ammessi agli ordini sacri.
La visita del coro, ha permesso ai presenti di godere della visione di uno dei capolavori più antichi di Sortino. Per l’occasione è stata esposta la pala d’altare dell’Addolorata, titolare della Chiesa, che era nella primitiva chiesetta dei frati cappuccini .
Prima di lasciare il convento l’attenzione dei visitatori è stata catturata dalle tre meridiane che campeggiano sui tre lati del chiostro. Padre Fiorenzo ha spiegato che Sortino rispetto all’ora italiana è tre minuti e undici secondo più indietro, inoltre ha precisato che le meridiane si leggono per differenza delle ore tra la lettura dell’ombra proiettata dallo gnomone rispetto al tramonto del giorno precedente. Di questo mi riprometto un approfondimento.
Le esternazioni dei partecipanti:”.. mai varcata la soglia del convento, … mai salito al piano delle celle,… mai vista la biblioteca, mai visitata la celletta e i cimeli di Fra Giuseppe,… impensabile sedermi nel coro insomma” questa visita è servita a quanti vi hanno aderito per scoprire capolavori e meraviglie che sono sempre a portata d’occhio ma che vengono disconosciute… abbiamo concretizzato delle scoperte per tanti. Francesco Raffa
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(per ingrandire clicca sulla foto)

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SORTINO - CHIESA E CONVENTO DEI P.P. CAPPUCCINI
(foto giannidip)
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4 maggio 2009

TURISTI A SORTINO - ALLA CHIESA MADRE

Qualche giorno fa, Nel post-stanza “L’ECO DELLA STAMPA”, ho riportato una notizia, con il seguente titolo:
Dal giornale “La Sicilia” del 29 aprile 2008.
Turisti nella loro Sortino.
Gli anziani scoprono i tesori della Chiesa Madre e del Collegio di Maria.
(chi non ha letto l’articolo, lo può leggere nel suddetto post).
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Ho chiesto all’amico ...cicerone ...Franco Raffa (lo stesso che sta cercando, anche, di “sbrogliare” la vicenda dell’organo della Chiesa Madre), qualche foto e un suo commento su questa prima escursione ai monumenti sortinesi.
Foto non ce ne sono, ma è arrivato il seguente commento:
Caro Gianni, molto ben volentieri ti esterno la mia sensazione che puoi anche pubblicare sul sito "sciurtinisi no munnu".
Strano ma vero ognuno di noi non pensa minimamente di potere essere un turista nel proprio paese.
La proposta del comitato di gestione avallata dal Sindaco mi ha fatto piacere.
Ho colto la proposta come una occasione di insolito passatempo. Le due ore dedicate a persone che frequentano il centro diurno è stato il modo di sentirmi turista io stesso insieme a loro.
Come tutti amo viaggiare e andare in giro a visitare siti, paesi, monumenti chiese e palazzi e provo sempre lo stesso senso di entusiasmo davanti alla materia modellata dall’uomo secondo il gusto estetico del periodo in cui furono realizzati i manufatti.
La stessa identica cosa provo ogni volta che per routine quotidiana passo davanti alle nostre chiese.
La fretta di solito attanaglia qualsiasi nostra azione quotidiana. Vivere i monumenti del luogo natìo non stimola affatto la curiosità: sono lì da sempre, nulla di particolare, elementi di arredo urbano.
Le chiese, inoltre, sono luoghi che accompagnano e contraddistinguono alcuni grandi eventi della nostra vita: la nascita - il battesimo, la somministrazione dei sacramenti, che da noi vuoi per tradizione vuoi per scelta sono ancora molto sentiti e partecipati- Il matrimonio prima del lauto convivio ci riporta ancora in Chiesa. Chiesa scelta rigorosa in funzione di una bellezza estetica che colpisca l’occhio alla quale vogliamo legare il ricordo di un giorno talmente importante che farà da sfondo alle foto.
Infine il distacco terreno è contraddistinto sempre dal passaggio in Chiesa!
Dalla nascita alla morte le Chiese scandiscono la nostra vita, parafrasando Toqueville nella Democrazia in America.
Pur essendo sempre testimoni dei momenti più importanti della vita di ognuno di noi le sconosciamo. Questa la regola ma ci sono le eccezioni: i cultori di storia patria, i curiosi della conoscenza, i turisti fai da te o turisti per caso.
Ecco io ritengo di appartenere ai curiosi della conoscenza che cercano riscontri nelle fonti d’archivio.
Sulla scorta di tale curiosità la conoscenza che ho acquisito guardando i monumenti e poi leggendo le magre pubblicazioni sul patrimonio architettonico e artistico l’ho profusa nell’incontro con i circa quaranta meno giovani che hanno avuto la bontà di lasciarsi incantare o tediare dalla mia spiegazione.
La presentazione del piazzale nel bicromatismo geometrico di stampo romano, la simbologia delle figure geometriche, il richiamo dello stesso disegno nei nostri ‘vancali’, il perimetro delimitato dagli alti plinti reggenti le anfore sormontate dalle pigne.
Le pigne richiamano il culto dionisiaco e qui simboleggiano la fecondità. Il primato della chiesa sul marchesato: prospetticamente la facciata della chiesa madre è avanzata rispetto al Plesso scolastico una volta Castello del marchese Gaetani.
Alcuni accenni sono stati posti sulla tripartizione della facciata sia orizzontale che verticale, i fregi le conchiglie i festoni i fiori insomma. Mi sono sforzato di soddisfare quella curiosità che era già stata mia e quindi in maniera semplice e simpatica ho cercato di non annoiarli e farli sentire importanti.
Spero di essere riuscito in questo intento. Ho notato un grande interesse da parte di tutti. Il livello culturale era quello delle nostre brave Mamme, come tale andava servito e spero di averlo servito con molta dignità.
Mi sono sentito gratificato per l’attenzione prestatami e sono orgoglioso di essere figlio di cotanta maternità. Ho visto i loro occhi esprimere la gioia di un arricchimento culturale sul simbolismo, artistico religioso oscuro e arcano di cui non erano mai stati resi edotti .
Quando ho spiegato il ciclo di affreschi dei tre affreschi del Crestadoro li ho tenuti per circa un venti minuti con il naso all’insù, scendendo nel particolare degli eventi narrati: il primo biblico, la cacciata di Eliodoro dal tempio, il secondo evangelico il sacrificio della vittima innocente “ l’Eucaristia” e i 4 evangelisti. Il terzo etico religioso: il trionfo della fede sull’errore con tutti i particolari rappresentati e le varie allegorie.
Un accenno all’impianto planimetrico, alle dodici colonne agli stucchi delle quattro colonne che sorreggono la volta del transetto: i quattro dottori della chiesa latina.
Non ho trascurato di spiegare il cromatismo delle pale d’altare delle navate laterali che con i loro giochi di chiaro e scuro sono state pensate e realizzate per accrescere il coinvolgimento emotivo, in particolar modo il dolore materno per la premorte del figlio nella Madonna dello Spasimo di Olivio Sozzi.
Il commento più bello da parte di alcuni è stato “ in verità non avevo mai capito cosa rappresentassero tutti questi disegni nel tetto! Dopo sessant’anni che entro qui finalmente so cosa vogliono dire.”
La visita della Chiesa e del Collegio di Maria è servita come richiamo nella loro memoria di un tempo andato, buona parte dei partecipanti ha dei ricordi legati alla loro infanzia: l’ asilo, la scuola elementare, l’apprendimento dell’arte del ricamo e la realizzazione dei loro corredi.
Nessuno sapeva che il Collegio fosse stato realizzato dal Marchese Gaetani e del sacerdote Blundo per l’istruzione dei Sortinesi , questa è stata una lacuna colmata.
Questa occasione ha permesso di fare la conoscenza di alcuni illustri sortinesi, Il Marchese Cesare Gaetani, Il sacerdote Blundo il Parroco Salvatore Rigazzi, il Parroco Gurciullo…. la cui memoria è legata a questa istituzione che per trecento anni circa ha accompagnato l’evoluzione del nostro paese.
Il saluto del presidente ed il suo ringraziamento mi ha reso felice e soddisfatto.
Io penso che si sono divertiti e che al prossimo incontro ci sarà una maggiore adesione.
Francesco Raffa.
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Grazie Franco per la bella ...esternazione.
Per sopperire alla mancanza di foto (delle quali non ne so fare a meno nei vari post che pubblico)ho pensato di pubblicarne alcune fra quelle che ho fatto nel mese di marzo scorso, alla nostra Chiesa e al piazzale, nella veste primaverile (ciottolato su prato ...sortinese).
Per vedere tutte le foto cliccate sull'icona qui sotto:
SORTINO - CHIESA MADRE

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per un tour della piazza cliccate (QUI)
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