10 aprile 2009

LA TERRA TREMA

Oggi 10 aprile 2009, venerdì santo, il pensiero e la solidarietà sono rivolti alla gente d’Abruzzo, che sta subendo le conseguenze disastrose del terremoto, che ha distrutto le loro case, uccidendo molte persone che le abitavano.

Ogni volta che succedono questi eventi sismici, non posso fare a meno di pensare al “nostro” terremoto del 1693 che distrusse completamente la vecchia Sortino.
Giuseppe Briganti, nel suo libro “Erbesso Pantalica Sortino”, così descrive quei tristissimi giorni: << ... La prima scossa si ebbe nella notte del 9 gennaio 1693, verso le ore quattro, e, a Sortino, caddero parecchie case e chiese. Gli abitanti colti nel sonno, reagirono subito al primo momento di stupito sgomento, cercando di rimuovere le macerie e di portare sollecito aiuto ai feriti, [...] Si era giunti, così, alla domenica 11 gennaio la gente si recò in chiesa ad ascoltare le messe [...] Molti dei fedeli vi fecero ritorno la sera, per cantare il “Te Deum” di ringraziamento per lo scampato pericolo. Erano le ore 21 quando l’inno del popolo in preghiera fu sommerso da un boato assordante, mentre le mura rimasti in piedi crollavano sui devoti e i massi, che venivano giù dalle montagne sovrastanti, spazzavano le case nel loro cammino di morte e, di essi, si vedeva solo la fitta polvere e si udiva l’assordante rumore nella valle. Fu un momento di folle terrore che attanagliò gli scampati laceri, insanguinati, disperati per la morte di congiunti e amici. Quello, che era stato un paese, fu subito trasformato in un cumulo di macerie informi, in un enorme cimitero, più di 1500 morti, dove i vivi, che vagano, invocando le persone care, sembravano i fantasmi di un sogno macabro. E, a dare a questo spettacolo le dimensioni di un incubo, sopraggiunse un temporale, con tuoni, fulmini e pioggia a dirotto, mentre tutto quello sfacelo veniva illuminato, a tratti, in quella notte buia di terrore, dai lampi ricorrenti. [...] I fiumi in piena avevano travolto le colture e la terra squarciata aveva inghiottito alberi e casolari. Sembrava che tutte le forze della natura si fossero date convegno per annientare quel paese, già tanto martoriato >>

Il collegamento tra la giornata di oggi (venerdì santo) e il terremoto che distrusse Sortino è dato dal fatto che questa mattina presto, come saprete, si è svolta a Sortino la processione di Gesù legato alla colonna ( U Nummu ru Gesu). Questa statua lignea risale a prima del terremoto del 1693 e che, come scrive il parroco Andrea Guriullo, <<...fu trovata intatta sotto le pietre nell’anno 1697...>>.
Come tutti sanno, Sortino fu ricostruita più in alto del sito originale (new town?...), ma la cosa che non riesco a comprendere come è potuto accadere che, ricostruita la nuova Sortino, il vecchio sito è stato completamente dimenticato e, nel corso degli anni, si è trasformato in tante piccole e grandi proprietà private.
Da qualche anno a questa parte, grazie all’ostinazione di Gioacchino Bruno, Gek, (nipote del mitico Gioacchino) presidente dell’associazione SciliAntica, alla signora Maria Cannata, che ha messo a disposizione la sua proprietà, ai volontari della stessa associazione che, con lavoro, amore, pazienza e tenacia stanno riportando alla luce una parte della vecchia Sortino medioevale dove i nostri avi sono vissuti per secoli, fino all’evento catastrofico del 1963.
Nell’estate del 2007, accompagnato dal suddetto Gioacchino Bruno, ho visitato la piccola zona degli scavi. Dalle foto di quella visita ho ricavato un videoclip che trovate alla fine di questa non breve dissertazione...
A segire trovate anche la processione do Nunnu ru Gesu del 2006.

Auspico che, nel prossimo futuro, tutta la zona possa diventare un sito archeologico visitabile, per ricordare alle generazioni future il luogo dove i nostri progenitori vissero e i loro amici e parenti ci sono rimasti per sempre.
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Mappa di Sortino Diruta.
Eseguita da Gioacchino Bruno jr nel 1993
(per ingrandire cliccare sulla foto)

Sortino diruta: lavori di bonifica
foto dario Minnalà
Sortino diruta: Resti del muro della vecchia Chiesa Madre
foto Dario Minnalà

S. Maria del Soorso.
Il quadro trovato e donato dalla famiglia Guglielmini.
Da sinistra: Sig. Guglielmini con la figlia Lucia, Dario, Jack Bruno, Paola Pinchon e Luigi Ingaliso.
foto inviata da Dario Minnalà

Mappa sismica dell'Italia

12 commenti:

luisor ha detto...

Una descrizione apocalittica che mozza il fiato a chi, come me,di quei luoghi è originario e innamorato e verso i quali si sente anche in debito perchè oltre a non conoscerne la storia, in realtà, la descrizione,parla di un paese, sciurtinu vecchia, di cui non conosco nemmeno l'antico sito. Nè mi pare che quei luoghi siano stati salvaguardati o almeno raccontati da qualcuno, che so? un assessore alla cultura, per esempio.
Oggi se ben capisco una associazione di volenterosi valorizza e racconta di luoghi che nel comune sentire di molti sciurtinisi sono solo quattro sassi,ma che invece sono il nostro passato, la nostra storia, indispensabile per capire la nostra essenza e stabilire dove vogliamo andare.
E poichè, per tornare al terremoto, l'abruzzo in questi giorni ci parla di costruzioni in deroga, di moderni edifici crollati e di scosse sempre in agguato, mi chiedo cosa ne sarebbe di sortino e delle sue costruzioni, qualche volta belle, a volte no, spesso abominevoli, cosa ne sarebbe, dicevo, in caso di terremoto. Di sortino che sorge in una delle zone più a rischio sismico d'italia.
Solidarietà agli abruzzesi.

dario minnalà ha detto...

Caro Gianni, un post davvero "azzeccato" (purtroppo) visto quello che è accaduto in Abruzzo.
Ti ringrazio per aver citato il nostro impegno nel valorizzare il sito di Sortino diruta.
In queste settimane abbiamo iniziato a bonificare i terreni circostanti le Grotte Cannata: si tratta di proprietà di privati che finalmente ci hanno permesso di togliere tutti i rifiuti accumulati per decenni in situ ...un lavoraccio di cui però andiamo fieri. In quest’area infatti si trovano numerose abitazioni rupestri e i resti della chiesa di S. Agata, ritenuta dal Gurciullo la prima chiesa Madre di Sortino, e la chiesa di S. Leonardo.
Per quanto riguarda la statua di Gesù alla Colanna posso dirti che ho localizzato ( dopo 3 anni di studi e ricerche )la grotta dove è stata ritrovata, che altri non era che una cappella interna alla chiesa di S. Maria del Casale: sarò felice di mostrartela al più presto!
Ti mando le foto dei resti del muro della Chiesa Madre vicino al quale morirono molti sortinesi che si erano recati lì per intonare il Te Deum. Ti mando anche una foto dei lavori di bonifica che SiciliAntica ha iniziato e che proseguiranno per tutta la bella stagione.
In questi giorni lavorare tra le rovine di Sortino Antica ha avuto un sapore amaro, il dramma vissuto dai nostri padri e adesso dalle popolazioni dell'Abruzzo è enorme, ma, com’è accaduto per Sortino e i sortinesi di allora, sono convinto che L'Aquila e gli altri paesi colpiti saranno ricostruiti più belli di prima.

fulvio sortinese doc ha detto...

Debbo dire che leggendo, quello che ha riportato Gianni tratto dal libro del prof. Briganti sul racconto del terremoto,e come ogni volta che leggo su questo avvenimento funesco, mi si e'di nuovo accapponata la pelle.
Io da bambino sono stato spesso per la valle del fiume "za pasqua" e per la "costa i sciurtino" ma appunto poi da grande, mi sono spesso chiesto, dove fossero andati a finire i ruderi o per lo meno i resti di quella che una volta era la dimora dei nostri avi.
Mi e' venuta molte volte in mente la risposta da sola, cioe' che molti resti di cose antiche, siano celati dietro i cancelli o muri di recinto delle proprieta' private, infatti mi ricordo ad esempio che scendendo dal paese al fiume "za pasqua" poco prima che si arrivasse alla fontana, sia alla destra che alla sinistra della "trazzera" vi erano delle grotte abbastanza grandi, squadrate a misura, alcune celate dalle piante di arance, e queste grotte erano sicuramente ai tempi adibite a ripostigli vari o erano mulini o "trappito" ecc., delle grotte della stessa costruzione l'ho potuto costatare sempre nella stessa valle,quando si e' passato il ponte della "trazzera" del "gesu'nazareno" andando in direzione Sortino, e li vi e' sulla sinistra una trazzera, che si intorciglia in mezzo ai giardini di arance, che va in parallela alla strada "do curtu" sempre in direzione del paese, e poi se guardiamo bene risalendo per il "curtu" verso il paese, dappertutto si vedono "cenni" di vecchia civilta', anche se si nota che il terremoto ne ha cancellato gran parte, poi se si entra giu'in quella specie di "chiurenna" che si trova al burrone della "sumagghia a nina" (giu' pero') si puo'costatare dai grossi massi che si trovano sparsi qua e la, che il terremoto qua di tracce ne ha lasciato, e si puo' notare (e sentire) gironzolando nei dintorni, che qui una volta c'era vita, ma come detto, i maggiori resti, si trovano in mano privata. poi c'e' ancora una "trazzera" che per chi non la conosce, vale davvero la pena di percorrere,e "sentire" come se si percorresse sulle orme dei propri antenati, la "trazzera" in questione, e' la continuazione della stradina che passata "a sumagghia a nina" (sopra)conduce alla cappelletta di "San Franciscu i Paola" e continua scendendo repentina e tortuosa per il monte andandosi poi a congiungere giu'alla strada del "curtu", all'altezza dello "mprimmu",insomma della vecchia Sortino ne conosco pure io pochissimo, malgrado da bambino sia stato spesso a gironzolare per i dintorni del paese, specialmente sul lato sud, e spero che grazie ai ragazzi come Dario dell'associazione "siciliantica" che si interessano, e cercano di portare alla luce quello che per diversi secoli e' rimasto nascosto,e di potere poi noi in appresso ammirare queste testimonianze...
ciao Fulvio

Gianni Di Pasquale ha detto...

Per luisor:
caro luisor, non oso pensare cosa succederà alle case (e alle chiese) di Sortino in caso di una forte scossa. So che esiste un piano d’emergenza con relativa piantina delle vie di fuga, punti di raccolta e raccomandazioni comportamentali.
So che periodicamente (o no?...) vengono fatte delle esercitazioni e simulazioni, ma credo che molti sortinesi (specie, anziani), non ne sanno molto. So anche che ogni casa dovrebbe essere dotata di alcuni oggetti (lampada a pile, radio a pile e altro) indispensabili in caso di terremoto.
Inviterò a visitare e intervenire in questo blog, qualche dirigente della protezione civile di Sortino per trattare l’argomento.
In attesa ci si può fare un’idea guardando la mappa sismica dell’Italia che ho inserito nella copertina del post.

Per dario:
caro Dario, prendo spunto dalle tue ultime parole per dire “Sortino sortì, L'Aquila e l’Abruzzo sortiranno.
Grazie per le foto, che, come avrai visto, le ho già pubblicate (quando aumenteranno faremo una foto-galleria).
Ho anche pubblicato la foto di una mappa di Sortino Diruta, ricavata da una stampa del 1993 di Gioacchino Bruno jr. (da qui si può capire come... “l’ostinazione” di Gek dura da diversi anni).
Può darsi che, approfondendo la conoscenza del sito, qualche numero di riferimento non corrisponda più alla località indicata. In questo caso, se l’autore mi segnalerà le eventuali variazioni, aggiornerò la mappa.
Nella stessa, è riportata la figura di un’aquila, quasi a simboleggiare un collegamento ideale con il nome del capoluogo dell’Abruzzo. Sarebbe interessante sapere la “storia” di quest’aquila. Se Gek ce la volesse raccontare...
So anche che nei locali del municipio di Sortino c’è un plastico a rilievo del sito, dello stesso periodo della mappa, eseguito sempre da Gioacchino Bruno jr, Potrebbe essere utile qualche foto di questo plastico

Per fulvio:
caro fulvio, penso anch’io che sotto i massi rotolati a valle, ci siano ancora persone e cose.
Nel mese di marzo, sollecitato da sicliAntica, un privato ha, “volontariamente”, ceduto una tela trovata anni fa in una certa chiesa che si trova nella sua proprietà. La cosa ha destato scalpore e ne ha parlato, con grossi titoli, il giornale La Sicilia.
Prego Dario, se mi può inviare una copia dell’articolo (magari corredato dai retroscena, iniziati diversi anni fa...).
E a proposito di cose sepolte, mi diceva Gek che, la trazzera, che porta a San Francesco di Paola, è la parte alta di quella che una volta veniva chiamata la “scala nuova” (posiz. 5) e che, sotto l’asfalto della suddetta trazzera ci dovrebbero esse ancora i gradini di questa importante scala.

Anonimo ha detto...

Sicilia Antica,alla quale sono associato,come sostenitore,apre una grande finestra che ci mette in condizione di riappropriarci del passato,che è parte integrante del nostro patrimonio storico.L'iniziativa,ritengo nobile,dal punto di vista archeologico, ha la finalità di darci una visione più autentica del passato,che poi non è altro che la vita di tutti giorni dei nostri antenati.Per le generazioni meno giovani,il terremoto del 1693 era un fatto da dimendicare,in quanto aveva decimato un intero paese;non scandalizziamoci,non diamo colpe a nessuno; nell'immagginario collettivo andare a ricercare in questo sito maledetto,storie,chiese,case e quant'altro apparteneva al passato e quindi andava dimendicato.Il fatto più emblematico lo si può verificare,come anche il cimitero,appunto vecchio,fu spazzato via e tutto quello che rimaneva fu traslocato nel nuovo.IL GRUPPO SICILIA ANTICA che si è assunto l'onere di riportare alla luce tutto quanto è possibile fare non può che essere un impegno che merita tutta la comune solidarietà.Nunzio Cartelli

dario minnalà ha detto...

Rispondo brevemente alle domande e agli interventi che riguardano Sortino Antica.
Intanto ringrazio di cuore Nunzio per la sensibilità del suo intervento e per il suo sostegno come socio e come sortinese cultore di Storia Patria. Condivido pienamente l'analisi fatta da Nunzio: Sortino "Vecchio" era per le passate generazioni un luogo che richiamava alla mente ricordi dolorosi ed era considerato un luogo appunto "Vecchio" nel senso negativo del termine. Questo giustifica il fatto che 7 secoli della nostra storia siano stati abbandonati e dimenticati, anche perchè le passate generazioni avevano meno possibilità di noi di dedicarsi anima e corpo a queste attivitrà non remunerative.
Un saluto anche a Fulvio che da quanto leggo ha una buona conoscenza del sito di Sortino Antica: sarò felice di fare qualche giretto con te per i sentieri noti e meno noti di Sortino Diruta.
Per chi volesse saperne di più sulla storia e le ricerche topografiche su Sortino Diruta può andare sul nostro sito www.sicilianticasortino.it
alla voce territorio: lì troverete un mio scritto che riassume le ricerche topografiche fatte insieme a Gioacchino dal 2002 al 2007. Al termine troverete anche una mappa dei sentieri di Sortino Antica pubblicata da noi nel 2007 in un pieghevole: spero Fulvio riconosca tutte le trazzere da lui citate!
Per quanto riguarda l'Aquila raffigurata nella mappa sono felice di dirvi che è la decorazione di un piatto appartenuto a qualche nostro antenato rinvenuto vicino la Scala Nova nella parte alta dell'antico abitato, zona visitata da Gianni un paio d'anni fa. Cercherò di convincere il proprietario di donarlo all'antiquarium così da poter essere ammirato da tutti.
A proposito di donazioni: il quadro di S. Maria del Soccorso custodito dalla Famiglia Guglielmini e recentemente donato all'Antiquarium venne fotografato da Giuseppe Rio parecchi anni fa quando era ancora nell'altare della chiesetta. Fu proprio Giuseppe, provvidenzialmente, a consigliare al Sig. Guglielmini di mettere il quadro al sicuro.
Nei mesi scorsi ho presentato al Sindaco un dossier sullo stato precario in cui versa la chiesetta ed ho rivolto un appello affinchè venisse salvata questa testimonianza della Sortino Antica visto che questa chiesa fu l'unica a rimanere in piedi dopo il Gennaio del 1693. Venne pubblicato in quei giorni un articolo da Mangiafico sulla " Sicilia" che venne letto dai propietari: la famiglia Guglielmini mi ha contattato ed ha subito espresso il desiderio di donare il quadro, dimostrando un grande senso civico e amore per la nostra storia. L'augurio è che anche altri possano prendere questo gesto come esempio.

fulvio sortinese doc ha detto...

Ciao Dario, grazie del saluto che ricambio di cuore.
Mi si riempie il cuore di gioia, a sentire, e a vedere riportate sulla mappa i riferimenti su tutte queste belle cose e posti, che gia' i miei occhi infantili hanno visto non poche volte,e anche se allora fossi ancora incoscio,sentivo l'importanza di questi posti a dire poco sacri,ci appartenevo insomma, anche non conoscendo la vera e propria funzione e storia come p.e.
quella della chiesa della S.Maria del soccorso, qui ci saro'passato a piedi un migliaio di volte, come ancora allora alcuni altri bambini,nelle ore estive piu' calde, in quanto passando da qua,ci recavamo a fare il bagno a "sciummi ranni" li proprio perpendicolarmente sotto la stazione del fusco, in un posto che noi allora chiamavamo "o fossu". Ebbene ritornando alla chiesa della S.Maria del soccorso,mi ricordo che,pochi metri piu' avanti sul ciglio della strada sull'altro lato, si trovava una bella pianta di pere "settembrine" che come dice la parola, le pere maturavano a settembre, ma che noi gia'(tentavamo) di rosicchiare a giugno o luglio, ma erano ancora dure come le pietre, guardando sulla costa di fronte alla suddetta chiesa, si trova la famosissima (almeno per me) "fontana del principe",il nome di questa fontana, ancora oggi fa un certo effetto su di me,anche se la fontana a se e' del genere povero di acqua ed e' scavata per accumularne l'acqua, in una grotta abbastanza grande con un pilastro al centro,e si trova sul ciglio della trazzera che da qui porta alla "pilaia e ferru", sara'forse perche'il nome di questa fontana ci faceva sognare e credere da bambini,in un tempo ancora lontano all'elettronica, appunto a principi col cavallo e belle principesse, un miraggio insomma...
Che dire, mi fa piacere che nell'arco dell'ultimo ventennio, siano venute alla luce diverse cose che appartengono al (nostro)passato, grazie anche alle persone che anno svolto molto lavoro in proposito, e una cosa mi e' certa, visto che io manco dal nostro paesello da circa 30 anni (miiiizzz come passa il tempo)che pian piano voglio rivivere una specie di "ritorno alle origini" anche se non e' che malgrado tutto mi sia allontanato veramente da questi siti,rivisitando questi posti a me tanto cari, magari in compagnia del Dario e /o qualche altro amico, magari aggiungendo all'utile anche il dilettevole chiudendo a lieto fine con una grigliata o un bollito all'aperto, visto che a me piace la vita "rupestre".
Qui chiudo, salutoni a tutti, ciao Fulvio

enzo b. ha detto...

Questo commento e' brevissimo, ma sappiate che ho apprezzato le varie notizie e informazioni publicate recentemente dagli amici sortinesi. Ammiro il lavoro di Dario M. e di G. Bruno che con grande amore hanno fatto, per portare alla luce i resti del nostro amato paese. Se potessi dare una mano lo farei con tanto piacere, ma c'e' la lontananza. Ho tante foto dei luoghi da me visitati e le inviero' a Gianni non appena saranno organizzate. Ricordo benissimo il Cimitero Vecchio dove da bambino andavo a guardare gli "scheletri" attraverso i molti buchi che si erano formati col tempo e non curati perche allora non si curava nessuno. E la stradetta che da S. Francesco di Paola portava giu' al 'mbrimmo, con la 'nicchia' di S. Sofia sulla sinistra scendendo. Una "lamparinedda" era accesa per ricordare ai fedeli che quello era un luogo sacro, dove molti nostri antenati erano stati condannati a morte dal disastroso terremoto.

Gianni Di Pasquale ha detto...

Caro Dario, seguendo il link (nel sito di SiciliAntica) che ci hai indicato, ho ri-letto con piacere il tuo saggio su Sortino Diruta.
Ti ri-faccio ancora i complimenti.
Ho letto quasi tutti i libri da te citati, ma da oggi basterà leggere la tua bellissima sintesi storica di tutti gli avvenimenti principali che hanno interessato il nostro paesello, per averne un quadro completo.
In questa seconda lettura, ho provato un senso di ...vertigine dove descrivi i rilievi topografici. Mi sono perso nel ...vortice di quartieri vie e chiese...
Alla fine la domanda nasce spontanea: la mappa stilata di Jack Bruno, nel lontano 1993, è ancora valida? Ci sono dei numeri e il relativo riferimento da cambiare? Quanti erano i quartieri? La mappa ne indica sei (dalla A alla F) tu ne ammetti solo tre o quattro.
M’incuriosisce il quartiere “cudditta”: non potrebbe essere “collitta” come lo definisce Sebastiano Erna nel suo saggio: SOFIA LA BISANTINA” (dattiloscritto presso la biblioteca di Sortino) che a pag. 30, con una tesi suggestiva, lo indica come un quatiere-rifugio dei profughi Bizantini (o Bisantini?) scacciati da Pantalica dagli arabi intorno al 900?
Fra le tante chiese di Sortino antica, una ha destato la mia curiosità (anche per la strana storia che si racconta sul Santo al quale è stata dedicata ): la chiesa di S.Mauro che il Gurciullo colloca tra Sortino e Melilli. L’avete localizzata?

Grazie per la foto del quadro ritrovato e donato. Ho anche apprezzato le “facce” di “contorno” dei paesani.
La foto si trova già nella copertina di questo post e nella galleria fotografica “le facce dei paesani”.

Carissimo Fulvio vorrei aggregarmi anch’io al tuo “ritorno alle origini", allettato anche dalla grigliata finale.
Il problema è sempre lo stesso: far coincidere i tempi. Settembre mi sembrerebbe il mese giusto per questo genere di “ritorni”.
Parafrasando le parole del poeta D’annunzio si potrebbe dire “settembre, andiamo, è tempo di ...tornare”.
Un saluto a tutti

dario minnalà ha detto...

Ciao Gianni,
ho appena letto il tuo commento. Grazie per i complimenti.
Il testo che hai letto va considerato come la "bozza" di una pubblicazione più dettagliata e di più ampio respiro che io e Gioacchino vorremmo realizzare in un futuro prossimo: bisogna trovare tempo ed editore.
La questione dei quartieri e la descrizione delle chiese può effettivamente essere "pesante" e dare le vertigini ma il mio intento ero quello, diciamo così, di mettere al sicuro le informazioni ricavate dagli studi condotti in questi anni. La paura che queste informazioni potessero andare perdute per un qualsiasi imprevisto non mi faceva dormire la notte. Una eventuale pubblicazione, arricchita da foto, disegni e aneddoti sarà sicuramente un po più piacevole da consultare.
La mappa di Gioacchino è sicuramente valida ed è ammirevole il lavoro che l'allora giovanissimo Bruno ha svolto per realizzare questo documento. E' chiaro che dopo 15 anni le informazioni sul sito si sono moltiplicate e qualcosa va rivisto. I ponti indicati come ponte dei Canali e del Guccione in realtà sono "fonti" e non "ponti"... un errore commesso anche dal Pisano Baudo in Sortino e dintorni. Anche la Chiesa di S. Rocco va collocata più in basso rispetto la collocazione della mappa. L'errore "più importante" è sicuramente l'errata collocazione del quartiere Cudditta. Come dici tu "potrebbe" essere nientaltro che il Collitta, nel quale
ci riferisceil Gurciullo, abitavano uomini rozzi e dozinali che parlavano un dialetto diverso dagli altri sortinesi. La tesi di Erna è affascinante ma andrebbe approfondita e verificata... sempre che sia possibile farlo!
A sortino Antica c'erano comunque altri quartieri ghetto dove si parlavano lingue incomprensibili. Per il resto non ci sono grossi errori. Sottolineo che Gioacchino nelle sue ricerche partì praticamente da zero e per suo lavoro, nonostante alcuni errori, meriterebbe quantomeno un mezzobusto!
Caro Gianni, mi duole dirti che il sito di S. Mauro è quasi impraticabile ma esiste in questo sito un rudere di una chiesa... bisogna studiare! Quando sarò sicuro delle mie conclusioni ti farò sapere.
Un caro saluto a tutti.
Dario

Francesco Mirabilio ha detto...

Ciao Gianni!vorrei ringraziare tutti i Sortinesi nel mondo per il vostro pensiero e' la solidarieta'
veso i miei correggiomali i terremotati dell'Aquila, e stato veramente disastroso,ma sono certo che gli Abruzzesi dell'Aquila ce la faranno a tirarsi fuori da questo terrore.Gianni per rispondere alla tua domanda no non ho parenti da quelle parti io vengo dalla Pr. di Pescara e l'unico fratello che ho in Italia abbita in Piemonte ad Asti.ciao ciao a tutti.

enzo boscarino ha detto...

Caro Gianni e amici.
Due paroline solo per informarvi che il picnic annuale dei sortinesi avra' luogo il sette giugno alla Timberlin Park come al solito. Sarebbe bello vedere qualche persona d'oltre oceano partecipare a questo raduno per godere la nostra tradizione. Ci sara' ricotta, sasizza, 'nfigghiulati e forse anche favi a rumanetra.. Siete tutti invitati. Un abbraccio. enzo